Durante l’ultima Milan Games Week&Cartomics ho raggiunto Jacopo Paliaga per un’intervista fiume su The Frontier.
Intervistare Jacopo Paliaga, raggiunto allo stand di Edizioni BD/J-Pop alla Milan Games Week&Cartoomics (a proposito, bellissima edizione, soprattutto per gli incontri al main stage e l’hero stage), significa trovarsi di fronte a un professionista del settore fumetto con una passione strabordante per il medium nello specifico e per la cultura pop in generale. L’occasione era abbastanza ghiotta perché da poco avevo finito la lettura dei due volumi di The Frontier, la sua opera realizzata assieme a Alessio Fioriniello. Questa saga distopica e weird, con ambientazione western, è stata davvero una lettura sorprendente e quindi poter “toccare con mano” uno dei due autori era davvero una bella opportunità.
L’idea primigenia per The Frontier: quando Fortnite incontra Tarantino, anzi Tex.
Chiacchierando con Jacopo ho scoperto che l’idea alla base di The Frontier è scaturita dalla “nube” che si restringe tipica dei battle-royale, in particolar modo di Fornite. Sinceramente non ci sarei mai arrivato da solo e infatti ho detto all’autore come immaginavo più una ispirazione tarantiana per il fumetto. Jacopo mi ha confermato che c’è questa influenza ma, diciamo così, ibridata da altre, come ad esempio la domanda: “Che cosa succederebbe se gettassimo le ambientazioni à la Tex Willer in Fortnite”. Una mezza boutade ma che in realtà, leggendo la stessa The Frontier, si coglie perfettamente, anche grazie al mix di adrenalina e poesia visuale che i disegni di Fioriniello donano.
Divertirsi e sorprendersi: lavorare in due
Il cuore dell’intervista, forse la mia curiosità più grande, sia a livello personale che professionale, era comprendere meglio come si svolgesse il lavoro tra Fioriniello e Paliaga. “A mio avviso un lavoro ben fatto nasce quando si ha la fortuna, ma anche la bravura a scegliere, di collaborare con persone che hanno gusti coincidenti con i tuoi, ma non esattamente gli stessi – dice Paliaga – Così è stato con Alessio per The Frontier. Io sono un tipo abbastanza scrupoloso, che scrive e si prepara moltissimo, quindi fornivo una sceneggiatura ben accurata di cosa poi Alessio dovesse andare a disegnare. Tuttavia, ogni volta, mi sorprendevo delle sue illustrazioni che, molto spesso, avevano anche delle “scene in più”, magari di raccordo, magari no, che mi stupivano e conquistavano. Io scrivo, lui disegna ma ci influenziamo a vicenda“. Un esempio? Una scena cruciale, inizialmente concepita in modo semplice, si è trasformata grazie all’aggiunta di un dettaglio geniale di Fioriniello: “E se uscisse lo scheletro dal corpo del cattivo?”. È questo equilibrio tra metodo e improvvisazione che dà vita a un’opera così vibrante. Con, oltretutto, tanti momenti di pura e schietta ironia che ho apprezzato tantissimo.
Villain più umani degli umani
Da lettore, uno dei punti più forti di The Frontier sono, senza ombra di dubbio, i personaggi, che sono tanti e tutti caratterizzati in modo eccellente. Qui si nota il grande lavoro in fase di scrittura dello stesso Jacopo Paliaga che ha confermato come “Ho passato molto tempo a scrivere i personaggi, in special modo i cosiddetti cattivi, che non sono mai delle semplici macchiette, o almeno lo spero, ma che sono antagonisti tridimensionali. Sicuramente crudeli e spietati, ma con un cuore palpitante e pulsante e del sangue, vero, che gli scorre tra le vene“. Questo approccio rende The Frontier una storia che sfida le convenzioni del genere, spingendo il lettore a interrogarsi su cosa sia davvero giusto o sbagliato. Anche le scene più crude, alcune delle quali molto pulp, non fanno altro che accrescere questo senso di “grandezza”.
Tantissime influenze
Sempre per affermare quanto sia ricco l’immaginario di The Frontier, con Jacopo ho parlato delle varie influenze e letture/passioni che lo contraddistinguono. Dai manga come Fullmetal Alchemist e One Piece, ai fumetti americani come The Boys e Ultimate X-Men, fino ai videogiochi come Red Dead Redemption 2, l’autore trasforma le sue passioni in carburante creativo. “Adoro prendere ispirazione da media diversi,” spiega “Questi riferimenti non si vedono direttamente, ma sono il filo conduttore che dà profondità alla storia.”
Conclusione: The Frontier va letto
Uscito prima in Francia e ora in Italia, The Frontier è una sorta di rifondazione dell’epica western attraverso stilemi contemporanei e freschi. Un’opera che respira, come detto prima, grandezza, con una regia sopraffina e una scrittura profonda. Forse, alle volte, si prende un po’ troppo tempo per farci entrare nel vivo dell’azione, ma c’è anche da dire che il western ha i suoi tempi. Poi quando “partono le mazzate” partono davvero e, anche voi, vi sentirete frastornati. Un fumetto eccellente, davvero. E ora l’attesa per il terzo volume, conclusivo dell’opera, è alle stelle.