Yukinobu Tatsu con DanDaDan firma una storia di crescita molto contemporanea e molto divertente, pubblicata da J-Pop Manga.
Yukinobu Tatsu con DanDaDan firma quello che potrebbe diventare un grande shonen manga dei nostri tempi: non so ancora dire se “lo” shonen manga dei nostri tempi ma siamo, certamente, sulla buona strada. Innanzi va detto che, dal punto di vista del disegno, siamo veramente su altissimi livelli per un “manga per ragazzi”: i due, adorabili, protagonisti, Momo Ayase e Ken Takakura. I due ragazzi, infatti, presentano un sacco di pose buffe e plastiche e, attraverso, diciamo così, i vari power-up e modifiche dello stile di combattimento, li vedremo sempre in vesti, movimenti e, giustappunto, “stili” differenti. Questo porta a una grandissima varietà di cose e situazioni in DanDaDan che, in soli due volumi al momento pubblicati, donano un ritmo quasi forsennata all’azione messa in campo. E, attenzione: seppur non si raggiunga, almeno al momento (ma l’impressione è proprio questa), il tasso di profondità dei primi, indimenticabili, volumi di Tokyo Revengers (al netto dell’ormai noto citato calo della seconda metà) ci sono un sacco di argomenti posti in essere tra cui l’affermazione di sé, la paura verso l’atro, l’evoluzione dei sentimenti, le prime pulsioni sessuali e, perché, no lo sviluppo delle proprie singole capacità individuali.
Se Momo è convinta dell’esistenza di spiriti e demoni, Ken ha raccolto prove bastevoli nel credere agli ufo e agli oggetti volanti non identificati: questa dicotomia sarà l’innesco alla prima, grande e fondante, vicenda che coinvolgerà i nostri due protagonisti e che, a quanto pare, lascerà “i segni” su entrambi. Se è vero che il tratto e il disegno rubano gli occhi, anche dal punto di vista della sceneggiatura non ci annoia troppo anche se, non per spirito da “moralizzatore dei costumi”, ho trovato un po’ eccessivo la continua presentazione, specie ad un certo punto del primo volume, di scene ammiccanti e pure oltre. Al netto di questo che, lo voglio ribadire, ci sta ma che forse viene replicato un po’ troppo (e infatti nel secondo volume si calibra molto meglio il tutto), DanDaDan inizia col botto e con il botto prosegue. Ci sono combattimenti e momenti di riflessioni, tattiche che coinvolgono la mente, il corpo e…la città circostanze e nemici (quasi) sempre mossi da motivazioni concrete e reali. Insomma definirlo una rivisitazione, in salsa moderna e fumettistica, di X-Files non è troppo sbagliato in fondo.
Ma quindi, alla fine, a esistere saranno gli spiriti o gli alieni? Io, di certo, a questa domanda non rispondo perché voglio consigliarvi la lettura di questo freschissimo shonen-manga (che, per altro, vi farà un sacco ridere di gusto) che riesce a dimostrare sapienza e cura nel maneggiare tutti i colori della sua tavolozza: chissà che a fine lavorazione non avremo un nuovo grande quadro nella “galleria” degli shonen-manga?!