Erano gli anni 90, si diceva. E chi era giovane a quei tempi là se non era un babbo o uno zarro aveva il box o la cameretta piena di bombolette e pennarelli e le dita spesso sporche di vernice. Chi scrive era uno di quelli e all’epoca dipingeva in crew proprio con Corrado Piazza, l’autore di questo ‘Buio dentro. Writing underground a Milano (1987-1998) – mai titolo fu più azzeccato- un libro densissimo di 227 pagine, edito dall’elite underground milanese, la Shake Edizioni.
‘Buio dentro. Writing underground a Milano (1987-1998) è un libro radicale e ortodosso, che parla soltanto di pezzi e tag fatti nei tunnel e banchine della metropolitana milanese, che non concede nulla alla “carineria”, nessuna foto a colori nessun glossario da rivista patinata nessuna spiegazione, solo azione, interviste ai veri protagonisti e racconto in presa diretta e testimonianze viscerali di un qualcosa che se non l’hai mai provato in prima persona non potrai mai capirlo per davvero. Ed è giusto e bello così. Poi verrà, sta venendo, è già venuto, il momento in cui tutto “il fenomeno del writing” è/verrà studiato e approfondito nelle università italiane (e libri come questo saranno fondamentali) ma quello che brucia, di queste pagine, sono la vita e l’energia di almeno 3 generazioni di ragazzi che hanno spaccato Milano a cavallo tra gli anni 80-90, in un’epoca pre-internet che a raccontarla e spiegarla ai figli dell’oggi non si può. Milano come New York.
E Corrado, con il suo stile di scrittura asciutto e coinvolto, ti fa sentire l’odore di muffa delle pareti e quello dello spray, il rumore delle bombolette nello zaino e il silenzio irreale di alcuni tunnel interrotto dagli sbuffi degli impianti di areazione o chissà quali altri rumori che sparano le percezioni a mille. Ma più di tutto ti fa sentire il cuore che batte, fortissimo, per l’adrenalina e l’azione e l’amore. L’amore incondizionato per la propria gente e la propria ricerca stilistica (quanti fogli riempiti, quanti pennarelli e matite consumate, quanto tempo speso a studiare e girare con il naso incollato al finestrino della metro per vedere dentro il buio).
Il valore di quest’opera sta nell’aver intervistato tutti i protagonisti dell’epoca (e quando dico tutti, intendo proprio tutti), senza nessuna pretesa di auto-celebrazione da parte dell’autore o -peggio- di unico dignitario del ‘sapere’. Io per primo in questa inutile recensione sto ben attento a non fare nomi, ne di writers ne di crew, perchè in questi frangenti è facile scontentare qualcuno o non tributare il giusto omaggio a qualcun altro, anche perchè di certo ognuno ha le sue preferenze simpatie antipatie e amicizie. Bene, in questo Corrado è stato magistrale, ha coinvolto davvero tutti e con un’umiltà e una passione incredibili è riuscito ad aprire il cassetto dei ricordi di tutti i writers dell’epoca e farsi raccontare situazioni, avventure, aneddoti davvero pazzeschi. Un livello di intimità e verità estremi. Pelledoca.
I protagonisti del libro ormai hanno vite completamente diverse, situazioni famigliari e lavorative lontane anni luce da quei tempi là. E però. Come fa notare Corrado nella prefazione la cultura del Writing è l’unica della quale i protagonisti non rinnegano nulla ma anzi rivendicano appartenenza e trascorsi. E questo ne fa capire il grande senso di appartenenza e debito esistenziale.
Questione foto, che quando si parla di writing è un aspetto fondamentale per documentare un fenomeno illegale soggetto a deperimento nel tempo e/o pulizie varie: il libro è in bianco & nero, foto comprese, preso dalla sterminata collezione di Piazza che in questi anni ha scattato con meticolosità certosina più di 5000 fotografie (e ha raccolto dagli archivi di tutti i writer coinvolti degli scatti altrettanto incredibili). Ecco, la cosa che mi fa uscire ancora più di testa è che sul profilo Instagram tutte le foto del libro sono riproposte nella versione originale a colori!
Un libro prezioso, potente e bellissimo. Obbligatorio nelle librerie di chiunque, soprattutto a Milano e dintorni, abbia mai preso in mano una bomboletta e schiacciato il tappino e con gesto il più preciso giusto e veloce possibile abbia scritto il proprio nome sopra un muro o un treno o.
Autore: Corrado Piazza
Editore: ShaKe edizioni
Anno: 2018
Lingua: Italiano
Pagine: 222
Formato: 17×20 cm
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