Alma di Shinji Mito è un manga incredibilmente toccante e profondo. E con personaggi bellissimi.
Alma di Shinji Mito, pubblicato da J-Pop Manga in un elegante cofanetto da collezione che contiene i quattro volumi di cui si compone l’opera, è un manga che mi ha davvero sorpreso per almeno tre motivi. Tutti fondamentali. La prima cosa è che Shinji Mito, a livello proprio di tratteggio, è un mostro, un mostro di bravura. Specialmente nei volti riesce a raggiungere un grado di bellezza e di perfezione veramente impressionante. Ma non si limita a questo. Anche nella descrizione della tecnologia di questo pianeta Terra del futuro, in cui l’umanità è ormai ridotta a poco più di un milione di individui, dai mezzi di locomozione alle armi è davvero stupefacente. Poi c’è la narrativa che, partendo da un’impostazione abbastanza classica, ovvero futuro distopico in cui le macchine, anzi gli androidi si sono ribellati ai padroni umani e li stanno, letteralmente, sterminando, Alma riesce, ben presto (già all’inizio del primo volume per altro) a fare una sterzata ed ad aggiungere, in un gioco a incastri molto interessanti, livelli su livelli di complessità. Il tutto si tiene grazie a Shinji Mito che, tra un combattimento registicamente ben presentato (leggendolo mi è venuta immediata voglia di un lungometraggio animato, se non proprio di una serie anime) e un dialogo scritto benissimo (e adattato in modo formidabile dalla casa editrice J-Pop Manga – bravissimi!) tiene sempre desta l’attenzione del lettore con continui colpi di scena. Colpi di scena che, attenzione, non arrivano soltanto a conclusione dei volumi ma che si affastellano, in un numero davvero ingente, pagina dopo pagina.
Poi c’è da citare il terzo elemento che mi fa dire, senza alcun tipo di remore e timore, come Alma sia uno dei grandi manga di questa stagione: la costruzione dei personaggi. I personaggi, da Rice a Rei sono tutti quanti in grado non solo di suscitare empatia nei confronti della lettrice o del lettore ma si evolvono davanti ai loro occhi. Ognuno di loro ha motivazioni precise che possono modificarsi nel tempo ma sempre per motivi chiari e evidenti dalla trama. Non ci sono time-skip immotivati e non si affretta nulla qui: Alma si prende il tempo che deve, quasi come se fossimo davanti a un’opera come Metamorfosi, per dire. Ecco questa cosa mi ha fatto andare fuori di testa perché quando “vuole”, e lo fa spessa, Alma come ho avuto modo di dire prima dona a chi lo legge combattimenti, mazzate e sangue, umano e robotico.
Avrete ormai capito come consigliarvi Alma sia d’obbligo: leggerlo vorrà dire trovare un motivo in più per alzarvi la mattina dal letto e iniziare un nuovo giorno. Esagerato, dite? Provate a leggerlo, poi ci troviamo qui a parlarne.