Al momento il bilancio degli attentati di stamane a Bruxelles arriva a 34 morti e 136 feriti. Due gli obiettivi colpiti: lo scalo aeroportuale di Zaventem e la stazione della metropolitana di Maelbeek, nelle vicinanze del quartiere in cui si trovano le istituzioni europee. Questi sono alcuni dei fatti a essere stati confermati ufficialmente, insieme alla rivendicazione da parte dell’ISIS delle stragi.
Questi sono fatti, eppure si tratta di una minima parte dei contenuti condivisi in queste ore sui social network. Quello a cui abbiamo assistito è stato infatti il riproporsi di uno schema di comportamento online che abbiamo già osservato in occasione di altre situazioni di questo tipo, su tutte gli attentati di Parigi.
Noi abbiamo contattato telefonicamente nella mattinata Elisa Buccolini, italiana che lavora nella cooperazione internazionale e residente a Bruxelles per avere un quadro della situazione in tempo reale “Le autorità cittadine hanno invitato a restare in casa, è tutto bloccato, tutti i voli sono stati dirottati, treni, metro e mezzi pubblici sono fermi. I bambini devono stare a scuola, così come chi è all’interno degli uffici, io sono chiusa in casa da stamattina. C’è poca gente in giro, più che altro militari, e ci si muove solo in taxi“.
In sintesi, come leggete ovunque, la città è paralizzata. C’è poco da aggiungere. O forse sì. Forse sì, perché le stragi di stamattina offrono uno spunto per analizzare alcuni automatismi cui ci stiamo abituando.
Il disegno è la reazione più immediata
Come per gli attentati di Parigi – ricordate la torre Eiffel che prendeva la forma di un simbolo della pace? – anche oggi con gli attentati a Bruxelles la reazione emotiva più rapida sui social media è stata quella del disegno.
Tout mon soutien aux amis belges. La France est avec vous !#Belgium #belgique #attentatbruxelles pic.twitter.com/0O5ZJsNawV
— Nawak (@NawakNawak) 22 marzo 2016
E se ci pensate anche prima ancora, in occasione della strage che aveva spazzato via la redazione di Charlie Hebdo, sempre al tratto era arrivata la risposta più immediata agli attacchi del terrore: ma in quel caso era anche più comprensibile, essendo caduti nell’attacco anche celebri disegnatori d’oltralpe.
#Bruxelles L’hommage de Plantu https://t.co/sBBY9mGViE pic.twitter.com/WNoXNAwCUT
— Le Monde (@lemondefr) 22 marzo 2016
Ma vuoi per la tradizione artistica di entrambi i paesi, vuoi per la rapidità, vuoi per la capacità di toccare il cuore più di qualunque editoriale, anche in questo caso e in queste ore sono state le immagini e i disegni a dominare ben più efficacemente delle parole.
Salvini, Buonanno, e co.
La politica, diceva un grande vecchio della Prima Repubblica come Rino Formica, è “sangue e merda“. Non c’è quindi da stupirsi se a cadaveri ancora caldi Matteo Salvini si faccia fotografare in versione commander in chief al Parlamento Europeo, come avesse in mano i destini non solo dell’Europa, forse del Mondo, di più, dell’Universo.
Eserctito e giubbotti anti-proiettile all’ingresso del Parlamento.Città ferma, solo sirene, ambulanze ed elicotteri.E…
Posted by Matteo Salvini on Tuesday, March 22, 2016
Naturalmente un tempo questo genere di sfruttamento della tragedia per ottenere consenso sarebbe avvenuto comunque, ma poteva essere circoscritto agli organi di stampa o alle dichiarazioni ai tg della sera. Oggi si declina su ogni canale e ogni social media, con punte straordinarie di bassezza su Facebook e Twitter. Anche Gianluca Buonanno si è distinto, ma di nuovo, se seguite le vicende della politica italiana saprete di chi stiamo parlando, c’è poco da stupirsi.
Sono a Bruxelles, dovevo essere anche io in aeroporto…Il destino mi ha dato una mano !!!Accendo un cero… Un pensiero e…
Posted by GIANLUCA BUONANNO on Tuesday, March 22, 2016
Niente di nuovo, si era visto anche in occasione degli attentati di Parigi. Resta una strategia di comunicazione sempre e comunque sgradevole, falsa, imbarazzante. Forse persino controproducente nel medio-lungo periodo.
La fretta è cattiva consigliera
La fretta è sempre cattiva consigliera, ma nel momento della breaking news porta anche a prendere cantonate clamorose: come il video di stamattina, diffuso da alcune fonti anche autorevoli come girato da una telecamera a circuito chiuso all’aeroporto di Zaventem, mentre era stato girato nel 2011 in un aeroporto in Russia a Mosca.
Non è stata l’unica bufala diffusa nelle prime ore di questa mattinata, a un certo punto per esempio si parlava di sparatorie in un quartiere di Bruxelles, anche questa notizia non solo non verificata ma completamente falsa.
È difficile capire se ci sia malizia acchiappaclick, timore di prendere un “buco” e quindi poca attenzione nel lanciare una notizia, semplicemente poca cura, o tutte e tre le cose insieme. In ogni caso, nelle prime ore di oggi si è – anche comprensibilmente, vista la rapidità dell’evoluzione degli eventi – letto tutto e il contrario di tutto. Ma non basterebbe quindi fermarsi un attimo prima di scrivere – twittare – pubblicare?
Massoneria, N.W.O., varie ed eventuali: il complotto c’è sempre
I grandi eventi della Storia generano sempre un’onda complottista. Dall’11 settembre a oggi lo abbiamo visto chiaramente, quella del complotto è diventata una piccola industria, una nicchia in costante espansione.
ATTENTATO A BRUXELLES: UN ALTRO FALSE FLAG?Che motivo c’è di diffondere, attraverso i media di regime, un video…
Posted by Rosario Marcianò on Tuesday, March 22, 2016
Ma dal 2001 a oggi di acqua ne è passata di acqua sotto i ponti, e sui social media oggi è tutto più rapido, istantaneo: per cui chi non crede alla versione ufficiale può evitare l’attesa della puntata di Voyager di Giacobbo per dare la stura alle teorie più fantasiose, a partire dagli attentati – quasi sempre “false flag”, quelli di oggi compresi, dove pare tirare molto la massoneria – basta una ricerca su Facebook per scoprirlo – come mano occulta. Il complottismo fa parte della natura umana, e tanto più è sciocco e non sorretto dalla logica o dai fatti, tanto più pare un’erbaccia inestirpabile.
I social media sono una risorsa sempre più importante
Così come per gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 scorso – e per gli attentati più recenti ad Ankara – Facebook ha attivato la funzione di safety check, che in caso ci si trovi nei luoghi di una tragedia permette di far sapere ai propri familiari e amici che si sta bene. Ho avuto svariati amici che hanno “spuntato” di stare bene, e vivono a Bruxelles, e l’hanno fatto sapere alla propria cerchia sociale. Facebook tra le altre cose è sempre più una Farnesina 2.0, senza stare a discutere ora se sia un bene o un male, ci stiamo abituando anche a questo. Nel complesso oggi Twitter si è risolto – e confermato – come il social media migliore per seguire questo genere di eventi, fornendo informazione in tempo reale anche nei minuti in cui le linee telefoniche collassavano. A patto di saperla decodificare, certo.
L’ironia è l’anticorpo della rete
Se per la politica “sangue e merda” di poche righe sopra è facile cavalcare subito, istantaneamente le onde del terrore, la risposta arriva almeno istantanea. Pochi minuti dopo la foto di Matteo Salvini davanti al Parlamento Europeo hanno cominciato a circolare fotomontaggi con il segretario della Lega Nord intento a ordinare “10.000 felpe Bruxelles”. L’ironia resta l’anticorpo della rete, e lo vedremo ancora nelle prossime ore. Questo è probabile che sia solo l’inizio.
Ci stiamo abituando
Sappiamo riconoscere questi semplici meccanismi e questa lista ne è la dimostrazione.