Che il mondo delle birre artigianali ha fatto il botto lo sa pure il primo sprovveduto che passa per strada.
Birrerie e spacci di birre rigorosamente artigianali stanno spuntando un pò ovunque e per i consumatori è certo un bene. Per i produttori invece, dopo la sbornia iniziale (ok, vi lascio 5 secondi per apprezzare come si deve questo gioco di parole raffinato e poi continuiamo…), dicevamo dopo la sbornia iniziale in cui bastava dire ‘artigianale’ per avere bevitori devoti, è arrivato il momento di iniziare a pensare – come dicono i vostri amici laureati con 110lode e che lavorano nel marketing, ovviamente con contratti a progetto – a “strategie di posizionamento”, quindi a differenziarsi (poi qualcuno si mette a fare pure birre solo per cani e vabbè).
Ecco quindi che quei matti della Dogfish Brewery (from Delaware-US), che non son certo gli ultimi arrivati, anzi, hanno prodotto una birra spaziale, letteralmente spaziale, cioè che viene dallo spazio, ovvero fatta con polvere di luna. Voi direte sì ok, la polvere la prendono da sotto il tappeto del loro soggiorno. E invece no. la polvere di luna utilizzata per fare le birre spaziali è certificata nientepopò di meno che dalla ILC Dover (società che fa le tute spaziali per la NASA).
Vi siete convinti? Vi è venuta oltre che la sete (sempre!) anche la curiosità e volete assaggiarla?
Dovrete programmare un bel viaggetto nel Delaware, dove c’è il birrificio Dogfish, la birra spaziale viene spillata e servita solo lì.