Vengeful Guardian: Moonrider è un platform che omaggia la grande tradizione del genere.
Quando si gioca a Vengeful Guardian: Moonrider bisogna seguire poche regole ma fondamentali: bisogna essere iper-concentrati, iper-attenti a ogni singolo pattern nemico e avere tempo, ma soprattutto, attenzione totale da investire. Già perché il titolo sviluppato da JoyMasher è un videogioco che omaggia la grande tradizione dei platform senza pietà. Per intenderci siamo proprio dalla parte opposta rispetto a un Klonoa (di cui recentemente ne abbiamo parlato qui).
Chiamati a impersonare una sorta di shinobi-robot saremo impegnati in livelli pieni zeppi di nemici, con poca vita e la possibilità di sfuggire agli attacchi dei nostri avversari solo se, appunto, saremo costantemente attenti. Lo stile è quello dei giochi anni ’80 e ’90 con un intro che è la quintessenza di questo stile: un filmato di qualche minuto, riprodotto da una televisione a tubo catodico che ci informa sullo stato del mondo senza pietà di Moonrider. E questa mancanza di pietà è tradotta, praticamente 1:1 nei livelli.
Moonrider non teme mai di apparire come derivativo anzi va proprio nella direzione opposta: ovvero fa della propria non originalità una sua peculiarità. Praticamente in ogni momento si omaggiano serie come gli Shinobi per SEGA e se amate quel periodo storico e quel particolare stile di giochi beh vi troverete a casa. Altro discorso, invece, se cercate nei videogiochi se non qualcosa di drasticamente nuovo quantomeno non di “solo” iper-citazionista. Rimane comunque il fatto che Vengeful Guardian: Moonrider, che ho provato nella versione per PlayStation 4, è un videogioco di valore, ben realizzato e artisticamente curato. Oltre che con un gameplay iper artigliato e senza pietà: un 7.9 di tutto valore!