Unknown9: Awakening non brilla sotto nessun punto di vista, se non per un’ambientazione intrigante e una trama interessante.
Fare la recensione di Unknown9: Awakening non è un mero esercizio di stile. Il titolo prodotto da Reflector Entertainment e distribuito da Bandai Namnco presenta, infatti, tantissime criticità e zone d’ombra con qualche, sparuta, idea interessante e punto di forza. Quello che è infatti un videogioco che ha ambizioni da tripla A (e dal punto di vista della “messa in scena” lo è) ben presto si rivela un’esperienza ancorata a dinamiche e stereotipi figli di una generazione videoludica fa, se non di più.
La trama del gioco prende, più o meno spunto, dal romanzo I nove sconosciuti o I nove ignoti, titolo originale The Nine Unknown, un libro fantastico avventuroso del 1923 dello scrittore Talbot Mundy, ancora inedito in italiano. I “nove sconosciuti” del titolo sono una immaginaria società segreta. L’ambientazione, una sorta di India “ucronica” e alternativa degli anni dieci del Novecento è, davvero, intrigante sotto tutti i punti di vista. Non soltanto il tono esotico funziona ma anche la protagonista Anya Chalotra, almeno nelle battute iniziali, funziona. Quello che invece, praticamente mai, non ingrana è il gameplay che definire rigido e compassato è soltanto un eufemismo: quella che dovrebbe essere un’esperienza fluida e dinamica, si rivela per essere spesso e volentieri frustrante. I poteri della nostra protagonista si scontrano troppo spesso con imperfezioni e sbavature, non permettendo mai al giocatore di essere in pieno controllo “del campo di battaglia”. Tutto accade un po’ in maniera confusa e, almeno a livello normale, gli scontri si rivelano quasi sempre minati da tutta questa serie di problemi.
Inoltre, proprio a livello di leve-design, le meccaniche sono, oltremodo, già viste. Ci si nasconde nell’erba alta, si aspetta che il nemico si distragga e lo si attacca alle spalle. Volendo si possono sfruttare dei, udite udite, barili esplosivi o per farli deflagrare oppure per scagliarvi contro i malcapitati nemici. Diciamo che anche i successivi poteri che si sbloccheranno, come quello di controllare per un più o meno breve nemico di tempo un nostro avversario a scelta, non sono mai granché: è più la frustrazione per l’ennesimo scontro tutto uguale piuttosto che il piacere di una nuova battaglia a dominare. Se i dialoghi, a parte un po’ il solito villain “di cartone”, sono interessanti e la sottotrama ecologista/apocalittica molto interessante, Unknown9: Awakening centra veramente troppe poche volte il bersaglio per renderlo un titolo piacevole. Un vero spreco perché con quel set da anni Dieci poteva davvero essere una specie di Indiana Jones misteriosofico e magico da giocare. E invece è soltanto un titolo che non supera la sufficienza: 5.2 in pagella. I due decimali in più sono per la squisita qualità dei tessuti degli abiti, veramente ben realizzati. Anche l’occhio vuole la sua parte.