“La violenza e il tradimento sono armi a doppio taglio: feriscono più gravemente chi le usa, di chi le soffre”. Ci è venuta in mente subito questa capitale frase di Cime Tempestose mentre, attoniti e rapiti, abbiamo visto ieri sera lo State of Play di Sony Playstation dedicato a The Last of Us part II. Ormai questo gioco non ha più bisogno di presentazioni e se siete soliti leggerci sapete quanto lo stiamo attendendo. Tuttavia ieri sera, anche grazie al commento molto preciso e analitico del creatore Neil Druckmann, ci siamo fatti un’idea ancora più chiara su che cosa attenderà noi e Ellie in questa nuova avventura.
Ma parlavamo della violenza e del tradimento giusto? Beh sono due sentimenti che, assieme alla vendetta, paiono erompere praticamente da ogni fibra del corpo e della mente digitale di Ellie. Infatti l’adolescente del primo capitolo è ora diventata una giovane donna decisa a tutto pur di, e qui non sappiamo molto di più della trama (meno male), compiere la propria missione. Per raggiungere il suo obiettivo è pronta a diventare “più cattiva dei cattivi”: ed è proprio la brutale violenza ad essere stata la grande protagonista di questo State of Play.
Infatti ancora più degli eccezionali biomi che hanno caratterizzato le varie mappe di gioco (mai così ampie e esplorabili anche verticalmente), le movenze e le possibilità di combattimento di Ellie hanno fatto gridare al miracolo. Nei minuti finali, durante una sessione di gameplay mai mostrata fino a d’ora, abbiamo visto la ragazza uscire dall’acqua, dopo aver evitato un paio di guardie prendendo un sentiero laterale, e, senza alcun tipo di tentennamento, prendere alle spalle un’avversaria intenta a giocare con un console portatile (che sembrava proprio una PSVita con Hotline Miami in sottofondo). Beh la nostra Ellie, la ragazzina astuta ma comunque spaventata non abituata al “gran mondo” esterno del primo capitolo, non solo adesso ha spaventato la guardia puntato il coltello alla gola ma, una volta ottenute le informazioni ed evitato un tentativo di reazione, l’ha sgozzata senza pietà.
E quando parliamo di “sgozzare” e di “senza pietà” vogliamo intendere esattamente questo: provate a guardare al rallenty quella sequenza lì, vi accorgerete che il livello non solo di violenza ma anche di realismo è talmente profondo che, a molti di voi, potrebbe addirittura risultare insostenibile. E d’altronde è proprio questo il fil rouge dell’intero State of Play, un filo rosso sangue: in ogni combattimento con protagonista Ellie è la violenza a dominarla. Una violenza corredata dalle più impressionanti animazioni di sempre.
Tanto è vero che poco dopo la vediamo alle prese con uno scontro all’arma bianca con un altro avversario. La sequenza è qualcosa di stupefacente. Nel primo The Last of Us impersonavamo, per la stragrande maggioranza del tempo, Joel, “il più grosso di tutti, il più duro di tutti, il più forte di tutti” e il combattimento, spesso e volentieri, diventava uno “spammare” quadrato all’infinito. Adesso è diverso, adesso siamo Ellie che è “la più veloce e la più agile”. E allora ecco spiegato il tasto dedicato al salto e quello alla schivata che, nel già citato combattimento, ha reso possibile a Ellie sgusciare, letteralmente, da sotto il braccio del nemico e sferrargli una serie di pugnalate talmente vere da apparire, ancora una volta, disturbanti.
E quando Ellie tira una molotov, creata alla bisogna con i materiali di scarto trovati in giro per l’ambiente di gioco, alla guardia con cane che la stava cercando come ci siamo sentiti? Beh, male. Male perché mai prima d’oggi avevamo sentito in maniera così realistica il verso di un cane bruciato dalle fiamme. Cane che era sulle nostre tracce perché aveva fiutato il nostro odore.
Ma ora torniamo, in conclusione, al dato ludico. The Last of Us part II, per quanto abbiamo visto, è una specie di Uncharted 5 serio, una prova di forza e di bravura di Nautghy Dog nel quale, speriamo, potremo presto “affondare le mani”. Senza considerare poi che, oltre alle due fazioni di sopravvissuti con cui dovremo vedercela (un gruppo di paramilitari e una sorta di setta di fondamentalisti religiosi – ovviamente i secondi ci fanno molta più paura) sono stati elencati nuovi tipi di “infetti”: di uno di questi abbiamo sentito solo il verso ed era qualcosa veramente di tremebondo.
Insomma pare evidente come il 19 giugno, giorno di uscita di The Last of Us part II, ci sarà molto da ballare, con una consapevolezza. Naughty Dog non si vuole nascondere a questo giro: nessuna concessione ma tanto gameplay e la solita, per quello che abbiamo visto, cura estrema nella trama. Gli ultimi di noi sono dei pezzi di merda: il problema è che noi siamo gli ultimi degli ultimi e Ellie è disposta a tutto per mettere la parola fine a tutto questo.