La remastered di Tales of Grance f Remastered è l’occasione per riscoprire un gioco di ruolo classico e intrigante.
Tales of Graces f Remastered è un capitolo spesso passato inosservato all’interno della storica serie di giochi di ruolo giapponesi targata Bandai Namco, eppure meriterebbe molta più attenzione di quanto gli sia stato riconosciuto. Nonostante i suoi limiti, si tratta di un’opera che riesce a distinguersi per una combinazione di elementi classici e innovativi, offrendo un’esperienza che, pur non perfetta, è assolutamente da riscoprire. L’ho provato in lunga e in largo su Xbox Series X (il gioco comunque è multipiattaforma) e posso dirvi che è un’esperienza che mi sento proprio di consigliare agli amanti del genere mentre chi magari non è un superfan potrebbe incontrare qualche ostacolo di troppo lungo il percorso di avvicinamento.
Una storia dal gusto tradizionale ma con guizzi di originalità. Il cuore pulsante di ogni JRPG è la sua narrazione, e in questo Tales of Graces f non delude. La storia si sviluppa attorno ai temi classici dell’amicizia, della crescita personale e del sacrificio, ma riesce a sorprenderci con alcuni sviluppi narrativi inaspettati che tengono alta l’attenzione del giocatore. I personaggi, ben caratterizzati, crescono insieme al giocatore, portandoci a legarci alle loro vicende e ai loro conflitti interiori. Anche se non siamo di fronte a una rivoluzione del genere, la trama resta solida e appassionante, dimostrando che un’impostazione tradizionale può essere ancora estremamente efficace.
Un combat system ambizioso ma non così equilibrato. Arriviamo ora a quello che si potrebbe definire l’elefante nella stanza. Qui vorrei fare, in misura preliminare un distinguo: a me, come videogiocatore, il sistema di combattimento non è affatto dispiaciuto, anzi mi ha molto intrattenuto ma come critico non posso non ravvisare delle criticità insite nello stesso, ma andiamo con ordine. Il sistema di combattimento di Tales of Graces f si distingue per alcune idee innovative. La meccanica delle Chain Capacity (CC), che limita le azioni del giocatore basandosi su una barra che si rigenera, offre una ventata di freschezza rispetto ai classici JRPG. Tuttavia, questa struttura, per quanto intrigante, tende a diventare arzigogolata e fin troppo complessa con l’avanzare del gioco. La precisione e il ritmo soffrono, trasformando uno degli aspetti più promettenti in un’esperienza talvolta frustrante. Peccato, perché la base è davvero interessante e avrebbe meritato una rifinitura maggiore.
Una remastered poco brillante. Passando agli aspetti tecnici, Tales of Graces f Remastered non riesce a brillare come ci si aspetterebbe. Il lavoro di pulizia grafica è limitato: la ripulitura dei pixel e il miglioramento generale del comparto visivo risultano modesti, lasciando il titolo ancorato a uno standard che fatica a reggere il confronto con altre remastered moderne. Questo non toglie valore al gioco in sé, ma chi sperava in un restyling significativo potrebbe rimanere deluso. Non c’è alcun tipo di stravolgimento o miglioria davvero importante in questa operazione, se non la salvaguardia e il tramandare il software alle nuove generazioni. Si gioca e si lascia giocare il titolo, ma senza gli squilli che, forse, avrebbe meritato.
Un classico da riscoprire. Nonostante i suoi difetti, Tales of Graces f Remastered resta un titolo che gli amanti dei giochi di ruolo giapponesi dovrebbero provare. La sua natura classica e granitica, unita a una narrazione coinvolgente e a un gameplay stimolante, lo rende un’esperienza unica, soprattutto in un panorama odierno dove i JRPG a turni stanno diventando sempre più rari. È un gioco che ha tanto da offrire, pur mostrando chiaramente i suoi limiti.
Voto finale: 8.1/10. Un gioco che, pur non riuscendo a eccellere dal punto di vista tecnico o meccanico, merita di essere riscoperto per la sua storia, il suo fascino e il suo approccio coraggioso a un genere che continua a emozionare i fan di vecchia data. Un titolo imperfetto, ma con un cuore grande. E lo ripeto: se amate i jrpg, questo titolo “canta la vostra canzone”.