La nuova fatica di casa Nintendo Super Mario Bros. Wonder è un altro gioiello, assoluto, di creatività, giocosità e bellezza diffusa.
Tra le migliori qualità di Super Mario Bros. Wonder (e ce ne sono tante) quella che vorrei citare all’inizio di questa mia recensione che, ve lo dico fin da subito, finirà con un sonante 9.2 per la nuova fatica “mariesca”, è il fatto che solo un videogioco, segnatamente un videogioco come questo, può donare determinate sensazioni. Innanzi tutto la palpabile sensazione di essere in un mondo molto più vicino a un parco gioco che a una “landa di lacrime”, poi un’esperienza ludica in cui l’occhio va di pari passi con il riflesso della propria mano e il ritmo del cuore, in un coordinazione di amorosi sensi degna di questo nome. E poi, ultima ma non ultima, tra le qualità che solo un videogioco come questo ha è l’essere, assolutamente, trasversale, democratico e popolare: tutti quanti, infatti, possono cimentarsi in Super Mario Bros. Wonder; basta, semplicemente, settare il proprio livello di difficoltà ideale, con l’apposita scelta dei personaggi (ad esempio Yoshi non può morire e quindi sono ideali per i più piccini) e poi l’avventura sarà nostra!
Ma se pensate a un Super Mario in un certo senso depotenziato della sua proverbiale caratura da “hardcore gamers” vi state sbagliando di grosso. Certo, dal punto di vista del cursus honorum dell’idraulico italiano, vi sono titoli senza ombra di dubbio più sfidanti e punitivi, tuttavia questo, ponendosi in una sorta di ideale via di mezzo, darà grandi soddisfazioni anche a chi cerca la difficoltà e la sfida costante. Infatti tra potenziamenti, power up, livelli che costantemente cambiano e si animano, l’esperienza di giovo sarà sempre nuova, differente e innovativa, con una capacità, ormai rarissima, di una software house come Nintendo di “reinventarsi conservando intatta la sua anima”. Un Super Mario 2d, infatti, ha poche ma capitali regole, per altro difficilissime da replicare: dev’essere immediato ma anche profondo, coloratissimo ma non (troppo) fanciullesco e divertente ma non scontato, il level design dev’essere sempre e comunque da manale ed ad ogni nuova iterazione vi dev’essere, per forza di cose, quella novità che dà pepe e sapore all’intera esperienza.
Qui, come ho già avuto modo di dire in precedenza, di novità ve ne sono a bizzeffe anzi, pensate un po’, in certi momenti ci si sente quasi sopraffatti da questa quantità soverchiante. Ma va bene così, va bene spingere verso l’estremo perché Super Mario Bros. Wonder è uno dei titoli della serie che verrà ricordato per essere tra i più pazzi, “liberi” e lisergici di tutti i tempi. Guardare per credere: tubi molli, bufali che caricano in mezzo al livello, meteoriti che precipitano dal cielo, livelli in cui cambia la gravità, “il senso di marcia” e la conformazione, neppure fossimo in Inception, corse sfrenate contro un bruco con i pattini oppure un musical fatto con le piante piranha. Super Mario Bros. Wonder è questo ma molto di più: un gioco rifinito in ogni suo aspetto, con forse solo degli interni un po’ poco ricchi di dettagli ma che per giocabilità, fantasia e level design si erge in cima ad un anno semplicemente eccezionale per il gaming. Un 9.2 avevo detto all’inizio giusto? Beh, a pensarci bene e in corso d’opera, è “pure” poco: 9.3 perché rendere questo Mario la “Lucy in the Sky with Diamonds” di casa Nintendo non era scontato, anzi.