A un certo punto, dopo averle preparato un graditissimo piatto agli scampi, una cerva dai tratti umanoidi ci ringrazia e ci chiede un favore: “Amica mia, aiutami: devo tornare in quella casa sul lago che è stato lo scenario di tante estati passate insieme. Solo che da sola non ce la faccio proprio, da quando mio padre, sai. Non è che potremmo andarci assieme”. Il volto della cerva si contrae e, assieme a lei, sentiamo una fitta al cuore che ci consente di fare una e una cosa soltanto: accettare, confortare la nostra amica e stringerla in un abbraccio perché oggi, su questo mare azzurro che trascolora nella luce arancione del tramonto le emozioni regnano e tutto il resto non conta. Benvenuti in Spiritfarer un gioco pazzesco che ci ha fatti uscire fuori di testa tra echi della Divina Commedia di Dante e Death Stranding di Hideo Kojima.
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Spiritfarer è un titolo al tempo stesso facile e difficile da spiegare. In sintesi noi impersoneremo Stella, una giovane ragazza con un grande cappello in testa accompagnata dal fido gatto Daffodils che sarà chiamata a prendere il posto di Caronte: il traghettatore delle anime infatti, dopo secoli e secoli di onorato servizio, è arrivato al termine della sua parabola e, dopo averci spiegato sinteticamente cosa saremo chiamati a fare, nei primi minuti di gioco sparisce nel portale che collega il nostro mondo con l’aldilà. A questo punto il gioco si apre e saremo chiamati a governare non una semplice barchetta, come da tradizione greco-dantesca, ma una vera e propria nave, sulla quale potremo raccogliere e ospitare svariati personaggi, tutti diversi e tutti con una storia, spesso dolorosa alle spalle. Non solo li dovremo ospitare, sfamare e tenere loro compagnia ma, ed ecco qui il tocco geniale, dovremo anche accompagnarli nel loro ultimo viaggio dalla vita alla morte.
Una volta capito bene cosa bisogna fare, ecco che il gioco si apre e si divide in tre sezioni non distinte ma che sono la faccia di una stessa medaglia: infatti da un lato dovremo esplorare il vasto oceano di gioco per andare a scoprire isole e porti dove recuperare risorse e ospiti, oltre a ciò dovremo occuparci della nave con meccanismi molto simili a un gioco gestionale (piantare i semi, innaffiare le piante, raccogliere i frutti, cucinare, ampliare le strutture sull’imbarcazione etc) e, infine, come se fossimo in una visual-novel, intessere relazioni con i nostri ospiti, parlarci molto spesso, imparare da loro e, quando sono tristi e giù di morale, sciogliere le loro paure in un caldo abbraccio.
Inutile dirvi che ci siamo andati sotto: il gioco non spinge alla competizione, ovvero a rendere la propria nave costantemente più grande e accessoriata ma il loop di “trova i materiali, investi le risorse e offri di più ai tuoi ospiti” ci ha proprio catturato. Eppure la filosofia di Spiritfarer, come spesso hanno ribadito i ragazzi dei Thunder Lotus Games che l’hanno sviluppato, è quella legata alla compassione, ovvero alla creazione di legami, di interazioni sane dove animali antropomorfi rappresentano svariati tipi di persone (magari anche nostri stessi amici) che siamo soliti incontrare nella vita di tutti i giorni. La scrittura dei diversi npc (personaggi di gioco) è fantastica: ognuno ha desideri, personalità e chiavi di lettura differenti e particolareggiate con grandissimo amore.
Come potete vedere il charachter design è semplicemente delizioso e le ore di gioco sono molte, quasi quaranta quelle che abbiamo collezionato, andando abbastanza in fretta nella fase finale. Disponibile su tutte le piattaforme di gioco e completamente tradotto in italiano (noi l’abbiamo provato su Xbox), Spiritfarer è una delle più belle, dolci e interessanti novità nel panorama del gaming moderno: il naufragar, anzi il navigar, è stato davvero dolce in questo mare.
Il gioco lo trovate in tutti gli shop delle varie console (Xbox, Ps4, Nintendo Switch), la bellissima colonna sonora invece potete scaricarla qui.