Il 28 gennaio con l’uscita di Pokémon Leggende: Arceus si inaugura un anno molto importante per il gaming
Dopo aver seguito con attenzione la comunicazione attorno all’uscita, prevista il 28 gennaio 2022, di Pokémon Leggende: Arceus la sensazione che ho avuto è quella, per mutuare il titolo di un celebre romanzo di Charles Dickens, Great Expectations, sì insomma, “grandi speranze”. Speranze perché, nonostante Game Freak, la software-house che si occupa della produzione dei giochi dei Pokémon, sia stata da sempre, quantomeno conservatrice e poco solita a innovare la formula di un “gioco di ruolo a turno vecchio stile” (vi basti sapere che, in Rosso, Verde e Blu Taurus era un Pokémon fortissimo perché, visto che era molto veloce, aveva sempre altissime probabilità di andare a segno con un colpo critico visto che la criticità dell’attacco era strettamente legata alla statistica di velocità, hem!) per questo Pokémon Leggende: Arceus le sensazioni sono molto differenti. Altolà, so già quella che starete per dire: ma la grafica è ancora qualcosa di legato alla settima generazione videoludica!
Al netto del fatto che Pokémon Leggende: Arceus è un titolo pensato per girare su Nintendo Switch, l’hardware meno performante di tutti dal punto di vista della potenza di calcolo “bruta”, va anche detto che ci sono esempi sulla stessa console, come Monster Hunter Rise, che girano perfettamente e che offrono un livello di dettaglio grafico eccellente.
Quindi appurato che, di sicuro, il comparto grafico non sarà il fiore all’occhiello di Pokémon Leggende: Arceus (nonostante la build finale non si sia ancora vista neppure negli ultimi trailer) quello che più mi riempie il cuore di appassionato e la testa di critico di speranze è, giustappunto, il respiro che gli sviluppatori e la comunicazione tutta hanno voluto dare a questo nuovo capitolo del franchise. Pokémon Leggende: Arceus non solo vuole essere un gioco maturo ma anche e soprattutto un gioco nuovo che, in un certo qual nodo, ibrida in modo intrigante e stimolante le meccaniche di un “classico” gioco di Pokémon con altri titoli del brand, come ad esempio Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX (di cui vi abbiamo parlato qui).
Non soltanto, infatti, la dimensione esplorativa dell’avventura sarà fondamentale, ma anche lo studio e l’analisi delle diverse tipologie di Pokémon che si incontreranno nella regione di Hisui (la versione primordiale e non ancora civilizzata di Sinnoh, ovvero l’ambientazione di Diamante e Perla, da poco tornati sugli scaffali con il remake che abbiamo giocato). Questo filo rosso che unisce le due esperienze di gioco sarà ancora di più interessante se si pensa che, come reca lo stesso titolo, andremo a indagare le fondamenta stesse del mondo dei Pokémon, andando ad approcciarci a, nientepopodimenoche, dio, ovvero Arceus (dio creatore per altro non solo del “loro” mondo ma anche del nostro.
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Quindi se è logico e sereno aspettarsi grandi, anzi grandissime rivelazioni dal punto di vista della trama, anche il gameplay reca con sé molte novità. Non solo il “vecchio” meccanismo dell’acchiapparli tutti è stato modificato, con un approccio action decisamente più marcato, ma anche la possibilità di incontrare sorta di boss-regionali, i cosiddetti “noble” che rappresentano veri e propri “muri” contro cui la giocatrice o il giocatore di turno dovrà scontrarsi per proseguire nella storia. Di questi esemplari abbiamo già potuto scorgerne uno, ovvero Kleavor, la forma regionale Hisui dello Scyther ancestrale.
L’impressione è che questi nemici potenti e speciali sostituiranno i classici capipalestra, permettendoci, proprio come con l’ottenimento delle medaglie, di proseguire con la storia. Inoltre, non bisogna dimenticare che anche il combat-system è stato ripensato, con la combinazione delle tecniche rapide e tecniche potenti che, a quanto pare, donerà una profondità maggiore alle battaglie. Anche i pg fino ad ora incontrati, che sono una sorta di “eco” del passato dei personaggi di Sinnoh, ci sono parsi molto interessanti.
Soprattutto Ethelo (che pare proprio essere un lontano antenato di Camilla) potrebbe nascondere più di una sorpresa. Insomma, al netto dei logici dubbi per un titolo che, pare proprio, non offrire un upgrade in fatto di grafica (e con qualche singhiozzo di troppo, ancora, dal punto di vista meramente tecnico) ambientazione, modalità di gioco e storia potrebbe essere punti talmente forti da far risultare Pokémon Leggende: Arceus come il miglior titolo Pokémon dai tempi di Bianco e Nero.