Il dlc Resident Evil Village: Shadows of Rose convince e impressiona per l’estetica, con qualche riserva.
Quando ci si ritrova, un’altra volta, per i corridoi, le stanze e le segrete del Castello Dimitrescu, l’impressione, un poco inquietante e paradossale, di essere a casa c’è: Resident Evil Village: Shadows of Rose è un dlc fondamentale per comprendere la “Ethan legacy” o, se si preferisce, il destino degli ultimi due Resident Evil, ovvero Resident Evil VI Biozhard e Resident Evil “8″ Village. Soprattutto da quest’ultimo i punti di contatto sono numerosi: non soltanto gli eventi, anche se non ravvicinati, sono consecutivi all’epilogo del videogioco (e per questo è assolutamente sconsigliato intraprendere l’avventura senza averlo prima finito) e poi perché l’assoluta protagonista, la complessa Rose è figlia dello stesso Ethan e di Mia. Con tutto quello che ne consegue.
Soprattutto in Resident Evil Village: Shadows of Rose bisogna fare i conti con il proprio passato per affrontare, più o meno al meglio il futuro. Dopo un rapido quanto sbrigativo prologo, infatti, saremo chiamati a interpretare i panni di Rose che, letteralmente, grazie ai suoi poteri di medium con l’entità fungina, entrerà nei ricordi della stessa per scoprire il vero segreto dei “cristalli” che hanno il potere di togliere le stesse abilità sfruttate. In una sorta di “gatto che si morde la coda” insomma, nel corso della nostra avventura, vedremo Rose diventare sempre più confidente e, soprattutto, potente con le sue abilità anche grazie all’aiuto di una misteriosa presenza che si introduce con parole e frasi dorate che appaiono nel nulla. Questa scelta, senza ombra di dubbio, è stata quella più divisiva per i fan di vecchia data. Infatti, oltre alla stessa protagonista, queste scritte che, aeree, svolazzano in ogni dove, hanno ricordato molto ma molto da vicino le atmosfere, e anche qualche scelta stilistica, di titoli, come dire, molto lontani dalle atmosfere di Resident Evil, ovvero Life is Strange.
Al di là questa rassomiglianza, invece, quello che i fan di lungo corso stanno adorando è, invece, il ritorno alla terza persona. Dimenticatevi infatti le “povere mani” di Ethan sempre in primo piano: Resident Evil Village: Shadows of Rose si gioca in terza e in terza dovremo affrontare i nemici “magmatici”. Non voglio dilungarvi oltre né anticiparvi troppo, anche se i trailer, in tal senso, sono stati abbastanza espliciti. I poteri, comunque, specifici di Rose si utilizzeranno, fin troppo: visto che le sessioni un po’ troppo “puzzle” si susseguono in modo costante. Ottimo invece il comparto sonoro che, ancora una volta, conquista e convince per la sensazione di paura persistente che instilla nella giocatrice e giocatore a ogni passo. Sicuramente rivedremo delle nostre “vecchie conoscenze” e sarà davvero interessante rivedere il castello Dimitrescu, nelle sue stanze uguali e nei suoi cambiamenti. Il dlc, comunque, della durata di quasi quattro ore, dona un bellissimo colpo d’occhio generale (l’ho provato nella versione per PS5 – con un upgrade comunque sensibile in termini di conta poligonale) e delle scene che spingono, forte, sul pedale dell’horror. La storia, anche se non è indimenticabile, appassiona e la chiusura della “saga della famiglia Winters” lascia comunque ampi margini per le evoluzioni del franchise. Infatti, come del resto ci insegna lo stesso Resident Evil Village: Shadows of Rose, il cuore di RE è sapere mutare nel tempo. Che poi muti in modo “spaventoso”, se in senso positivo o negativo starà a voi deciderlo, è solo un caso del destino.