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di Mattia Nesto 27 Marzo 2023

Resident Evil 4 Remake: matame mucho

Resident Evil 4 Remake di Capcom è, oggi più di allora, un videogioco maestoso.

Una “normale” giornata di lavoro per Leon in Resident Evil 4 Remake  Una “normale” giornata di lavoro per Leon in Resident Evil 4 Remake

Resident Evil 4 Remake è talmente bello che, a volte, non ci si crede di stare, effettivamente, giocandovi. Questa sensazione l’ho provata più volte durante il mio fine settimana passato tra i Ganados, impersonando il buon Leon Kennedy (per altro mai bello e affascinante come in questa trasposizione). Nonostante la critica mondiale abbia salutato questo nuovo remake targato Capcom come non solo un’operazione riuscitissima ma una vera e propria “opera d’arte videoludica” vi è una minoranza, abbastanza, chiassosa che nell’ultimo periodo sta sostenendo della “non necessità” di questo remake, giudicando il quarto capitolo della serie “regolare” dei RE già perfetto di suo. Ora, al netto del poco senso di definire un videogioco più o meno necessario (credo che siamo tutti d’accordo nel non arrogare a un gioco questa palma) e amando, visceralmente, il capitolo originale per GameCube, Resident Evil 4 Remake è un titolo incredibile. E sto parlando del remake di oggi, non di quello di ieri.

Si tratta di un titolo incredibile perché non è un mero, per quanto ottimo, reskin e attualizzazione degli asset del passato, ma è anche e soprattutto un’operazione di riscrittura e ammodernamento dell’intera struttura di gioco, con pure una decisa riscrittura dal punto di vista della sceneggiatura e del contesto del mondo di gioco. A conti fatti, quindi, ogni aspetto del videogioco originario è stato migliorato e reso più bello da vivere e da vedere. Ecco perché penso e credo che le critiche, in tal senso, e le chiacchierare stiano proprio allo zero.

In Resident Evil 4 Remake anche Ashley è tornata in gran forma  In Resident Evil 4 Remake anche Ashley è tornata in gran forma

Ma in che senso è migliorato? Beh, al di là dell’impatto meramente grafico, inferiore rispetto al remake del secondo capitolo ma anche, in un certo senso, rispetto al quarto capitolo originario per GameCube (qualcosa di assolutamente “folle” per il 2005) RE4R impressiona per le animazioni dei popolani del villaggio, mai così reali e realistici, per il feeling dello shooting, ottimo e in linea con quanto visto in RE2R e per una cupezza e maturità dei toni che nel videogioco originale non era presente. Tuttavia non è stata dimenticato un’oncia dello spirito originale: infatti se da un lato ogni personaggio e scena è più matura, dall’altro le follie e momenti vagamente trash sono stati mantenuti, come un Leon che, per sfuggire ad un attacco combinato delle “signore motosega” fa un backflip maestoso dandosi una spinta con un piede su una parete di legno.

Al netto di questo perciò, le parti meno felici di RE4 sono state completamente ripensata in chiave moderna. Senza volervi anticipare troppo di quanto andrete a vedere e giocare vi basti sapere che una certa statua è stata riproposta sottoveste di “scalata verso l’alto con nemici e agguati in serie” offrendoci uno degli “stage” di gioco più felici e intriganti di tutti (e che spinge la voglia di riprovare, magari consumando la minor quantità di risorse possibile o impiegandovi ancora meno tempo in modo naturale). Anche la possibilità di effettuare, attraverso la pressione del tasto L1 (ho provato la versione per PS5 del titolo) un parry con il coltello, per deviare appunto i micidiali colpi di motosega consente soluzioni di gameplay innovative e votate ad una maggiore dinamicità. Poi, ovviamente, rimangono sempre i calci volanti per spaccare i barili e ottenere le risorse, oltre che l’iconica valigetta a mo’ di inventario.

Un “abitante” di Resident Evil 4 Remake  Un “abitante” di Resident Evil 4 Remake

Purtroppo, l’unica vera pecca, è la mancanza della “campagna in singolo” nei panni di Ada Wong: Ada è uno di quei personaggi che, come potrete ben capire, non si scordano e non avere la possibilità di impersonarla come si poteva fare nelle successive versioni del titolo originale è un gran peccato, soprattutto perché non se ne comprende il motivo visto che una piccola aggiunta non avrebbe di sicuro fatto male a nessuno o fatto, forse, posticipare troppo l’uscita di RE4. Sta di fatto, comunque, che basta vedere le plurime animazioni di morte di Leon (ve ne sono a decine, tutte diverse e creative e che tengono conto anche del posizionamento del nostro ex poliziotto preferito) per comprendere la production value di un remake maestoso. Ah, a proposito: se, durante la prima fight contro “l’uomo motosega” con un fucile da cecchino colpirete la campana del villaggio…beh vi accorgerete, ancora una volta, di quanto Capcom abbia lavorato alla grandissima per questo titolo che si merita un roboante 9.1 certificando il suo ingresso di diritto nell’olimpo dei remake.

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