Geek
di Mattia Nesto 25 Agosto 2020

Passare agosto a giocare a Paper Mario: The Origami King

E non, je ne regrette rien di aver trascorso tanto tempo con il nuovo gioco di Nintendo

Su queste pagine avete letto, spesso e volentieri, recensioni e articoli di approfondimento sui titoli per Nintendo Switch, la console giapponese che, da tre anni a questa parte, ha conquistato una fetta di mercato sempre più importante nell’ambito videoludico. Questa nostra, diciamo così, “ossessione” per i giochi Nintendo non è (solo) dovuta a una infatuazione che risale, grosso modo, alla prima metà degli anni Novanta, quanto proprio agli ultimi due/ tre anni. Già perché praticamente ogni esclusiva di Switch non solo ci ha sorpreso per il character design delizioso ma anche perché abbiamo sempre osservato delle specificità e unicità non riscontrabili nelle altre console.

Questo è accaduto anche per l’ultimo “arrivato” di casa Nintendo, ovvero Paper Mario: The Origami King. Per chi non lo sapesse i Paper Mario sono uno spin-of tra i più curiosi legati al multiverso di Super Mario: infatti sono giochi in cui, per motivazioni varie e eventuali, tutti i personaggi del mondo di Mario sono diventati degli origami, con conseguenze alle volte buffe alle volte più preoccupanti. Già solo questo dato vi è utile per capire di cosa stiamo parlando: non soltanto di un gioco “fuori di testa” ma anche e soprattutto contraddistinto da una vera e propria arte nella presentazione dei suoi protagonisti che, letteralmente, a ogni piega esprimono arte da tutti i pori.

E anche questo Paper Mario: The Origami King non ha deluso le aspettative, anzi. Tanto è vero che questo capitolo di Paper Mario è stato il nostro “compagno di viaggio” per tutto il mese di agosto. Complice infatti la portabilità di Nintendo Switch (che ricordiamo è l’unica console oggi sul mercato che si può giocare sia sulla propria tv di casa sia in giro, proprio come il vostro indistruttibile Game Boy del 1993) Paper Mario ci ha seguito dal mare alla montagna e, ogni volta che accendevamo la Switch, la magia si rinnovava: l’universo colorato e contraddistinto da una scrittura iper-spiritosa e ogni volta sopra le righe ci conquistava in tutti i modi, senza possibilità di sfuggirvi.

Paper Mario: The Origami King è un rpg con elementi platform che presenta un sistema di combattimento unico nel suo genere. Infatti i combattimenti sono gestiti tramite una sorta di piani girevoli e a scorrimento: i nemici “poggiano” su questi piani che, a piacimento, possono essere gestiti dal giocatore, in modo tale da utilizzare e sfruttare attacchi ad hoc a seconda della posizione degli stessi avversari. Utilizzando questi cerchi concentrici si potranno infatti, per esempio, effettuare salti sulla testa degli avversari così da “spiaccicarli” in un sol colpo oppure dare una solenne martellata a quattro nemici e risolvere la tenzone, letteralmente, in un colpo solo.

Tuttavia, nonostante un combat-system così particolare e funzionale, sono stati due gli elementi per cui, sul serio, ci siamo innamorati di The Origami King. La prima cosa sono le colonne sonore. Ost pazzesche, a nostro avviso, che passano, senza soluzione di continuità, dalle atmosfere medievaleggianti e fiabesche del castello di Peach ai ritmi soul e funky del Bosco Bisbiglio, che paiono essere tratti pari pari dall’intro dell’Hercules della Pixar. Ma non finisce qui.

Come abbiamo sottolineato anche poco sopra, i dialoghi e le descrizioni degli oggetti (ed anche le azioni da fare in game) hanno, fin dalle prime ore di gioco, dimostrato un livello di scrittura iper raffinato e davvero molto ispirato. Spesso e volentieri, magari spaparanzati sulla sdraio con vista lago, ci siamo ritrovati a ridere di gusto per qualche considerazione di Olivia, la nostra fatina-origami che veste il ruolo di assistente e consigliere. Ma in fondo ogni personaggio che abbiamo incontrato in Origami King ha dimostrato una personalità unica nel suo genere, un carattere proprio e un amore per le situazione paradossali e le battute che abbiamo apprezzato tantissimo.

Insomma in un mercato videoludico in cui se non si ha “il graficone pompato” e non si è “più reali del vero”, ancora una volta. Nintendo opta “per la terza via”, ovvero quella della fantasia. Fantasia che come ci insegnano i nostri cari film dello Studio Ghibli può iniziare anche da un semplice pezzo di carta. Se poi lo si piega ad arte e lo si anima con la giusta manciata di pixel ecco che l’incanto si rinnova una volta ancora. E non, je ne regrette rien di aver trascorso tanto tempo in compagnia di Paper Mario!

Paper Mario: The Origami King

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