Come forse avrete avuto modo di leggere qui, ero davvero rimasto impressionato dalla qualità e dalla profondità della seconda demo di Monster Hunter Rise. Ecco, dopo una settimana di caccia “dolce e disperatissima” posso dirvi che l’amore che provo per questa esclusiva per Nintendo Switch è direttamente proporzionale alle ore spese a giocarci. Spoiler: sono tante, forse troppe ma tutte quante bellissime. Partendo da questo solidissimo presupposto, in questo articolo vi fornirò cinque motivi per cui MHR non solamente uno dei migliori hunting-game mai crerati, ma anche uno dei papabili giochi dell’anno del 2021.
1- Parola d’ordine: ottimizzazione
Una degli aspetti che di più mi aveva impressionato nello studio dell’Impero Mongolo è il fatto che non scendessero mai da cavallo, anzi, questi prodi guerrieri, sempre a bordo del proprio destriero, mangiavano, dormivano e passavano gran parte della propria vita. Ecco, cambiando un poco di prospettiva, posso dirvi che in questo Monster Hunter Rise anche voi finirete per fare la fine dei mongoli, in groppa alla vostra mount, il prode canyne, grande novità di questo capitolo. Infatti grazie al fidato cagnolotto potrete non soltanto scorrazzare in lungo e in largo per la mappa di gioco a una velocità fino ad oggi impensabile, nel frattempo, avete la possibilità di affilare la vostra cote, mettere mano all’equipaggiamento e creare pozioni, antidoti o trappoli utili per le vostre cacce. Non ci saranno più tempi morti ma tutto sarà, meravigliosamente ottimizzato.
2 – Giocare è bello, cacciare è stupendo, giocare cacciando in compagnia è incredibile
Nessuno vi vieta di affrontare Monster Hunter Rise come un gioco single-player, io stesso, di base, affronto così ogni capitolo del franchise. Tuttavia, permettetemi di poter gridare al miracolo quando, assieme a altri tre amici e utenti pescati nel web mi sono ritrovato a cacciare in multigiocatore. Infatti non soltanto la qualità e la tipologia di sfida non è stata sfibrata dalla presenza umana, ma anzi ha fornito emozioni diverse rispetto all’impresa solitaria, ma mi ha dato la possibilità di rimanere letteralmente incredulo di fronte alla performance della Nintendo Switch. Per una console ibrida, un po’ portatile un po’ home-console (l’ho provato sulla versione “base” non su quella light), i 30fps in multigiocatore che ci sono stati offerti su Monster Hunter Rise erano più rocciosi della corazza di una wyvern. Un qualcosa che entra, di diritto, nell’olimpo dell’ottimizzazione dei videogiochi. E mentre tanti, troppi, titoli tripla A arrancano con risoluzioni micragnose e frame-rate ballerino, Monster Hunter Rise di Capcom risplende di tutta la sua, solida, bellezza.
3- Anche l’orecchio vuole la sua parte
https://www.youtube.com/watch?v=uFGfYdJJbLE
Detto del comparto grafico non voglio dimenticarmi di quello sonoro. Se infatti dal punto di vista delle vibrazioni e dell’immersione “attraverso” il controller Monster Hunter Rise si dimostra molto conservativo (forse per fornire un’esperienza di gioco più genuina ai tanti hardcore game che popolano il franchise) è nelle ost che il salto in avanti dal punto di vista della qualità è stato dirompente. Il capitolo dedicato al folklore giapponese è infatti animato da una colonna sonora eccezionale, che anche dopo lunghe sessioni di gioco e di caccia non annoia mai, aggiungendo magia e bellezza a un comparto di gioco che si attesta su livelli altissimi.
4- Una sfida in costante aggiornamento
Da sempre, quasi in maniera scontata e naturale, il punto forte dei Monster Hunter sono le creature, le cosiddette wyvern. Beh, anche questa volta Capcom si è superata, offrendoci un comparto di bestie assolutamente ai vertici, che non sfigura di fronte alla bellezza e alla ricchezza di Monster Hunter World o Iceborne, gli ultimi due capitoli della saga. Giusto un paio di giorni dopo il lancio, gli sviluppatori di MHR avevano già annunciato una road-map con l’inserimento di nuove creature, nuove sfide e nuove cacce. Insomma ti pigli un Monster Hunter e non ti si apre “solo” uno, ma plurimi mondi per ore e ore e ore di gioco. Provare per credere.
Attenti al loop
Quando abbiamo letto che una società giapponese ha dato il giorno libero ai suoi dipendenti in vista dell’uscita di Monster Hunter Rise non è che mi sia stupito poi molto (se siete curiosi qui la notizia). Già perché la stessa essenza di Monster Hunter è quella di un loop-game (uno di quei videogiochi il cui obiettivo non è finirlo, completare una missione o di vedere gli sviluppi di trama). Certo, si potrebbe affrontare Monster Hunter anche così, ma vorrebbe dire essere fuori fuoco. Monster Hunter, e Monster Hunter Rise ancora di più per la questione legata alla portabilità, non è “solo” un gioco ma è un amico sempre pronto a intrattenerti con sfide che lo stesso giocatore può “autoimporsi”. Il loop del “affronto dei mostri per ottenere pezzi di armatura e nuove armi che mi danno la possibilità di affrontare mostri più forti che mi daranno materiali per affrontare di più forti ancora etc” è un circolo vizioso perfetto, ideale per gli hardcore gamers ma anche ottimo per chi magari si intrattiene solo come passatempo.
Date retta a un cretino: puntare su Monster Hunter Rise vuole dire, come minimo, avere un anno di gioco (ad altissimi livelli) assicurato. Per me questo capitolo è già da oggi uno dei più seri candidato al titolo di Gioco dell’Anno. La caccia è aperta insomma e questa sarà la migliore della nostra vita.
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