L’anno scorso quando abbiamo letto Su un raggio di sole (qui la nostra recensione) vi confessiamo di avere provato paura. Certo le prime sensazioni non sono state di terrore, quanto di stupore per esserci trovati davanti a una storia meravigliosa, sia per il tratto sia per il modo, assolutamente unico di essere raccontata. Però, appunto, avevamo paura perché una domanda, un po’ subdola ma anche tanto sincera, ci aveva pervaso: ce la farà Tillie Walden a ripetersi? Beh, adesso possiamo dirvelo: con Mi stai ascoltando? l’autrice non solo si è ripetuta ma ha anche “fatto meglio”.
Già perché con Mi stai ascoltando? Walden ha compiuto un mezzo miracolo, è riuscita, in un modo che fatichiamo a non definire magico o alchemico, a tenere insieme la dimensione magico-onirico-spaziale della sua precedente opera mixandola con la crudezza di un racconto molto più reale e realistico. In Mi stai ascoltando le protagoniste sono due donne in fuga, due donne fino a quel momento sconosciute che la forza degli eventi fa incontrare.
Le prime tavole dello splendido albo pubblicato da Bao Publishing potrebbero trarre in inganno la lettrice o il lettore distratto. Sono davvero molto diverse rispetto allo stile di Su un raggio di sole, anche se qualche campata di viola e blu ricorda quelle atmosfere. Eppure, partendo appunto da una storia piccola e apparentemente banale, oltre che totalmente casuale, Walden, con quello che non possiamo definire con altre parole se non con “talento”, riesce ad elevare il proprio racconto rendendolo universale. A poco poco ma in maniera costante (ed è per questo che il ritmo è in crescendo e mai noioso) il peso specifico della storia aumenta. Quelle che, all’apparenza, paiono due “figurine” un po’ strane, ovvero le due protagoniste, diventano via via delle persone, oltre che dei personaggi.
Questo procedimento viene effettuato tramite il disvelamento delle ferite delle protagoniste che più soffrono più si dimostrano umane: queste ferite rendono plastiche le loro vite e le fanno uscire dalle pagine del fumetto per accompagnarsi nella lettura della loro stessa storia. E tutto ciò avviene mentre, su un altro piano al tempo stesso parallelo e contrario, la storia prende una piega onirica e paradossale, riprendendo, ora sì, “il sapore” di Su un raggio di sole. Tillie Walden insomma compie un mezzo miracolo, che solo una grande autrice potrebbe essere in grado di fare: quando la storia diventa più fantastica ecco che diventa, al contempo, anche più vera.
Spia di questo procedimento insieme “alchemico e fumettistico” sono gli squarci che Walden ci dona dei panorami del Texas: in una vignetta sono quasi didascalici da quanto sono precisi e puntuali, subito dopo, ecco che paiono essere usciti dalle illustrazioni de Il mago di Oz. Questa ambivalenza rende Mi stai ascoltando? una storia universale, che mette in campo i grandi sentimenti che muovono noi esseri umani, il dolore, la perdita, la malattia e la morte, ma anche l’amore, la sorpresa e i piccoli grandi/miracoli che accadono tutti i giorni davanti ai nostro occhi e di cui, magari, neppure ci accorgiamo.
Grazie a quei rosa e quei viola che ormai abbiamo imparato bene a conoscere, Walden ci insegna come, per capire la vita, non occorra aguzzare la vista ma lasciarsi trascinare dalla corrente per poi, al momento giusto, darsi una bella spinta con le gambe per guadagnare la riva. Questo è quanto fanno le due protagoniste della storia aiutate da un “terzo incomodo” a quattro zampe che sarà fondamentale per tutta quanta la vicenda. Insomma, se non lo avete ancora capito, vi ribadiamo che Mi stai ascoltando?, pubblicato in Italia da Bao, è una storia meravigliosa che fareste bene a leggere, così da comprendere come per vivere una storia fantastica basti andare al negozietto sotto casa per comprarsi un pacchetto di gomme da masticare. O anche solo per usare il bagno.