Never Fade Away – La sfida di Cyberpunk 2077, prodotto dalla crew Nebraska, è un gioiello di documentario.
Quando ho terminato la visione di Never Fade Away – La sfida di Cyberpunk 2077, il documentario realizzato da Nebraska Indie Cinema Crew quasi non ci credevo. Non solo perché la qualità, elevatissima, dal punto di visto tecnico reggeva il confronto con le produzioni internazionali più fighe e contemporanee ma anche perché, grazie alle voci, ai volti e alla competenza di Francesco Fossetti e Marco Mottura, “i ragazzi di RoundTwo“, l’operazione sulla “caduta e rinascita” di Cyberpunk 2077 si è compiuta, a mio avviso, in grande stile.
Al netto infatti delle qualità come menzionato in precedenza tecniche, questo documentario ha un valore intrinseco come “documento” di sé e per sé, che testimonia un capitolo molto importante nell’industria. Ovvero una grande sfida di una software house di, tutto sommato, medie dimensioni come CD Projekt Red che si trova per le mani un progetto come quello di Cyberpunk 2077, un titolo che avrebbe dovuto sovvertire il mercato dei tripla videoludici ma che ha finito per rappresentare un capitolo molto complesso in questo ambito. Ecco, la produzione di Nebraska, con molto tatto ma senza nascondersi dietro ad un dito, tratta proprio di tutto questo, ponendo un particolare accento sul “dato umano” dell’operazione. Da qui ne consegue, poi, un focus a proposito di Phantom Liberty, il dlc del titolo su cui la software house ha investito tantissimo negli ultimi anni: “Come contrappasso per una campagna marketing impressionante, il team di Varsavia ha dovuto affrontare uno dei suoi momenti più cupi, venendo a patti con la consapevolezza che i suoi metodi di sviluppo e comunicazione non fossero adeguati a sostenere il peso della produzione. Negli ultimi tre anni CD PROJEKT RED ha cambiato assetto e risolto molti problemi del suo videogame, focalizzandosi su un lento riscatto che culmina nella pubblicazione di Phantom Liberty, la prima e unica espansione di Cyberpunk 2077“. Vero e proprio fiore all’occhiello, infine, la locandina, realizzata da “Van Orton Design, il duo di artisti torinesi che vanta ormai collaborazioni con diversi brand internazionali“.