Geek
di Mattia Nesto 11 Novembre 2024

Look Back, disegnare, disegnare, disegnare a più non posso

Disponibile su Prime Video, il mediometraggio tratto da Look Back di Tatsuki Fujimoto è un istant-classic dell’animazione.

Non si può fare a meno di Look Back. Questa è la frase che mi è venuta in mente quando ho terminato la terza visione, in davvero pochi giorni, del mediometraggio, disponibile su Amazon Prime Video (che purtroppo in Italia non è, ancora, arrivato in sala al cinema) tratto dall’omonimo manga di Tatsuki Fujimoto, pubblicato da Star Comics di cui vi avevo parlato proprio qui. Il film animato, che è poi un mediometraggio (durando circa un’ora) e diretto da Kiyotaka Oshiyama è quello che si può definire un instant-classic senza alcun tipo di paura o di remora, una cosa abbastanza al rara al giorno d’oggi. Se il materiale di partenza, diciamo così, era veramente molto buono, trattandosi di uno dei migliori “racconti brevi” di uno dei mangaka più interessanti e importanti degli ultimi cinque/sei anni, la trasposizione animata dà all’opera una brillantezza, potenza espressiva e anche, perché no, qualità sentimentale molto superiore rispetto alle pagine del manga. Attenzione, però, vorrei fare una piccola precisazione: questo pezzo non è articolo in cui c’è una qualche forma di gara tra anime e manga. Le due opere possono, anzi devono, vivere perfettamente a sé, a fianco oppure distanti ma in questo caso l’animazione ha davvero fatto un salto “di specie”.

La ricetta di Look Back è semplice quanto impattante: è la storia di due ragazze unite da una bruciante, e totalizzante, passione per realizzare i manga. Fujino e Kyomoto sono infatti due studentesse delle medie, appartenenti alla stessa classe ma molto diverse tra di loro: Fujino è esuberante, istintuale e vulcanica, Kyomoto è calma, riflessiva e timida. Questo loro due caratteri si riflettono anche nelle strisce di manga che realizzano per il giornalino scolastico: la prima realizza delle strisce di stampo comico, brucianti, con un disegno abbozzato ma dalla grande verve in fatto di battute e dialoghi mentre la seconda ha una precisione formale negli sfondi e nelle “inquadrature” rara, anche se non inserisce alcun tipo di dialogo. Tuttavia le due, in un primo momento quasi “avversarie” sulle pagine del già citato giornalino scolastico, finiscono presto per entrare in “rotta di collisione”: Fujino sarà incaricata dall’insegnante di portare il diploma di scuola media alla propria compagna di classe Kyomoto che è una hikikomori, non avendo mai frequentato neppure un giorno di scuola in presenza. Qui la rabbia e la frustrazione di Fujino raggiungono il culmine. Nonostante l’impegno profuso si accorge di come la compagna di classe è decisamente migliore di lei in fatto di disegno e quindi decide, un po’ per vendetta un po’ per una forma di “cattiveria” gratuita, di realizzare una striscia feroce contro Kyomoto (la si vede partecipare a un torneo di Hikimori e vincere perché si scopre che è già morta). Questo brutto gesto per un caso fortuito del destino le mette in connessione.

Questo è l’antefatto della vicenda, grosso modo i primi dieci minuti di film ma credetemi se vi dico che dentro ci trovate già tutti i punti di forza di quest’opera. C’è una animazione fluida e calda, carnale, le due ragazzine e poi giovani donne ce l’abbiamo davanti agli occhi, con sguardi, gesti e movimenti assolutamente “veri”. Ogni movimento, azione o gesto importante viene sottolineato appunto dall’animazione, con soprattutto determinati attimi in cui i volti delle due protagoniste, per rabbia, emozione o gioia si colorano di rosso che fanno veramente palpitare il cuore. La vicenda, l’avrete forse intuito, è una vicenda pesante, di peso psicologico, voglia di affermarsi e spirito di seguire la propria strada sempre e comunque. Tuttavia in questo film, così come nel manga, non si vuole mai utilizzare semplici trucchetti per “fare piangere”. Il cuore di Look Back, infatti, sono quelle scene in cui le due ragazze si vedono coinvolte al cento per cento nella realizzazione dei propri manga, quando gli occhi seguono le linee delle matite, le mani posizionano i retini e cancellano le piccole sbavature e i capelli diventano nuvole di idee mentre le giornate passano e le pagine aumentano sempre troppo lentamente. Questo film è la storia di un’ambizione, di una passione che diventa ragione di vita e, forse, di morte per due ragazze come tante eppure tanto diverse, due ragazze unite dall’arte e dall’amicizia, dalla voglia di “prendersi il mondo” e dalla paura “di perdere la propria originalità e purezza”. Un racconto vivido, vibrante, umanissimo, che vi farà stare male di gioia e bene di dolore. Anche la colonna sonora così come un livello di recitazione (delle attrici “originali” giapponesi) è di alto livello. Look Back è un vero instant-classic che varrà la pena vedere e rivedere, anche senza rispettare l’ordine classico delle scene ma anche a singoli blocchi. Un po’ come quando si gira un film o si scrive un manga: l’ordine “giusto” è quello delle intermittenze del proprio cuore, dei sussulti della propria mente e dei rapidi guizzi del proprio sguardo.

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