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LaL è un gioco che mi ha fatto rivalutare, e di molto, il concetto di Multiverso. Già perché il caso ha voluto che lo sbarco in Occidente di questo, a tutti gli effetti, remake per Nintendo Switch del titolo originariamente uscito in Giappone nel 1994, è stato contemporaneo alla presentazione, durante il Comicon di San Diego, della, rispettivamente, fase cinque e fase sei, oltre che al termine della fase quattro, del cosiddetto Marvel Cinematic Universe. Grande protagonista di quest’ultima, roboante, presentazione, è stato, giustappunto, il Multiverso. Beh, bisogna dire che LaL già nella piena metà degli anni Novanta aveva esplorato, e pure alla grande questo particolare concetto.
Quello che è un remake in stile 2.5D, sulla scia di altre opere come Octopath Traveler o Triangle Strategy è infatti caratterizzato da un’impostazione del tutto sui generis. Infatti, contrariamente al cliché della classica avventura da gioco di ruolo giapponese (ma anche occidentale), con una grande storia con un protagonista o magari più, qui si hanno tante storie e tanti protagonisti, ognuna delle quali ambientata in un’epoca differente. Ed ecco che qui spunta fuori il multiverso: ogni storia è un universo a sé, si può completare nell’ordine che si preferisce e dà accesso ai capitoli finali dell’opera. Ora capite perché LaL è tanto speciale?
Una cosa che ho particolarmente gradito di questo titolo, oltre alla direzione artistica, è stata anche la scelta di offrire alla giocatrice o al giocatore uno spettro abbastanza variegato per quanto concerne il gameplay. Se, infatti, l’impostazione generale è quello di un classico gioco di ruolo a turni, i meccanismi interni via via presentano una certa qual raffinatezza. Innanzi tutto stiamo parlando, sul serio, di un gioco comunque tattico e d’azione, in cui ci si muove su un campo di battaglia “a scacchiera”, diviso appunto in caselle: per ogni caselle e a seconda della vicinanza o distanza dal nemico si potranno effettuare determinati tipi di attacchi, con pro e contro, debolezze oppure punti di forza. Insomma tanti differenti approcci che sono arricchiti da determinati caratteristiche proprie a ogni storia; senza infatti voler anticipare troppo, ad esempio, nel corso delle vostre avventure vi troverete a dovere fare i conti con intere sezioni stealth, con un’intera storia ambientata nel mondo del wrestling professionistico oppure divertirvi di gusto con buffi intermezzi più o meno erotici ambientati nella preistoria. LaL è, insomma, un vero e proprio Multiverso di situazioni, stili e di tipi di sceneggiatura differenti che però, è questo è una specie di miracolo, si tengono sempre assieme grazie a una direzione generale di fondo davvero ottima.
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— Mattia Eleuterio (@MattiaNesto) July 24, 2022
Anche se la difficoltà non è improba, il consiglio è quello il più possibile di affrontare tutti gli scontri, così da arrivare nelle fase finali delle varie storie sufficientemente pronti ad affrontare ogni tipo di nemico. Anche qui i boss di trama di fine livello sono, quasi sempre, molto belli e abbastanza pazzi. Una vera e propria “firma” degli anni Novanta è appunto questa nota vagamente folla che è stata data a determinati tipi di nemici.
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Insomma, più si gioca a LaL più si ha voglia di giocare. Se l’MCU vi ha stufato oppure adorate il Multiverso quello di Live a Live è proprio ciò che fa per voi!