Il team Ninja con Stranger of Paradise Final Fantasy Origin pare aver fatto l’ennesimo lavorone.
Debbo dire che davanti alla demo di Stranger of Paradise Final Fantasy Origin non si può che dire bravi al Team Ninja. Già perché a seguito della prova su PS5 la cosa che emerge con tutta evidenza è come tranger of Paradise Final Fantasy Origin sia un titolo che fa del suo essere “action (j)rpg” il suo cuore pulsante. Dimenticatevi infatti una narrazione (per quel che si è visto) che vi lascerà a bocca aperto o chissà quale introspezione dei personaggi. Nonostante si senta “profumo” di sorpresa finale Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è un gioco che dà il meglio di sé nel combat-system, con battaglie dinamiche e ben congeniate dal team di sviluppo, sostenuto da una possibilità praticamente infinita di customizzare il proprio personaggio e di cambiare classe con agilità.
Se dal punto di vista grafico ci sono state evidenti migliorie, così, ahinoi, non si può dire per quello che riguarda la risoluzione. Infatti, anche su PS5, Stranger of Paradise Final Fantasy Origin pare essere ancorato a una risoluzione da fine PS3/inizio PS4 e ogni tanto, specialmente nelle fasi più concitate delle fight, l’intero gioco pare “grattare” e fare fatica. Però, al netto di una prestazione tecnica sicuramente non di avanguardia, tutto il resto funziona e funziona alla grande. Giocare a Stranger of Paradise è super divertente e anche molto stimolante, specie a un livello di difficoltà alto. Le sfide saranno sempre impegnative e con meccaniche le une molto diverse dalle altre. Ecco, dimenticatevi, almeno stante la demo, la ripetitività e “immortalità” del quindicesimo capitolo “canon”: qui si muore e lo si fa pure spesso se si è disattenti.
Grazie all’estensione della demo ho giocato molto a questa nuova avventura nell’universo espanso di Final Fantasy e debbo ammettere di essermi divertito parecchio. Sia il Covo dei pirati sia la Rocca di ponente sono state ambientazioni ricche di particolari e suggestive e il fatto di poter provare dei nuovi stili di combattimento con l’aggiunta di varie classi che non erano disponibili nelle prime due demo e affrontare una serie di nuovi nemici mi hanno portato a volerne ancora, a volerne di più.
Ecco proprio tale sensazione, questo “sapore” è quanto mi voglio portare dietro nell’attesa di provare il titolo nella sua versione definitiva. Non il gioco più raffinato dal punto di vista artistico o quello più futuribile da quello tecnico ma un titolo onesto e consapevole dei propri limiti, con un combat-system tra i più profondi e stratificati sul mercato. Non aspettatevi un gioco dove potrete “spammare” il tasto d’attacco all’infinito: qui, nonostante il trash, se non userete la testa sarete spacciati. Caos sì, ma con acume!