La versione di Jurassic World Aftermath: Collection per Nintendo Switch è un ottimo porting, divertente e pop il giusto.
Originariamente sviluppato per la realtà virtuale, Jurassic World Aftermath: Collection sbarca su Nintendo Switch grazie a Coatsink. Vi posso dire che il risultato è stato da me molto gradito: grazie alla caratteristica estetica cel-shading, l’impatto grafico su Switch non solo è molto piacevole ma anche coinvolgente. L’avventura, totalmente in prima persona, ci fa vivere nei panni di Sam, sfortunato esploratore di Isla Nublar che, dopo i “fattacci” del primo Jurassic World, ritorna nel parco di divertimento nel frattempo diventato uno fatiscente e abbandonato “dungeon degli orrori con dinosauri”.
Come detto il titolo è stato pensato per VR e quindi offre un gameplay tutto sommato limitato, che punta la maggior parte del suo senso di immersione sulle fasi stealth, atte a celarci dagli sguardi, sempre molto attenti, delle varie creature “mesozoiche” che troveremo sull’isola. Nonostante quindi non vi sia un vero e proprio combat-system e le attività che potremo fare sono limitate, il gioco diverte e coinvolge. Vi assicuro che, nonostante la grafica e l’estetica cartoonesca di Jurassic World Aftermath: Collection, vedersi “occhi negli occhi” il muso di un raptor spuntare dallo schermo un certo effettaccio lo fa. La storia poi è la classica storia avventura, un “polpettone” che però oltre a essere nettamente più coerente rispetto all’intera nuova trilogia di Jurassic World (e va beh, bastava poco lì) anche in questo caso mi convince perché si allinea perfettamente alle atmosfere evocate dal videogioco.
Intendiamoci anche se immagino lo abbiate già capito: Questo non è mai e poi mai un “gran gioco”, ma si attesta su una qualità media che, nella mia scala valoriale, può essere espressa tramite una votazione di 7.1, con un decimale in più per la realizzazione dei dinosauri che mi sono parsi ben tratteggiati e in grado di incutere il giusto timore. Poi, certo, la necessità di tornare sui propri passi per sbloccare porte o passaggi, oppure recuperare quel dato componente utile a superare un ostacolo, è, alla lunga, abbastanza fastidioso (considerando che, alla fine della fiera, è questo il “cuore” dell’intero gameplay) ma, come affermato all’esordio di questa recensione, in fondo questo è un titolo pensato per la VR, dove certamente, almeno fino ad oggi, non è di sicuro quello il centro dell’esperienza.
Un titolo insomma semplice, che si basa su meccanismi consolidati e piuttosto scontati ma che, proprio grazie alla direzione artistica e al “fattore dinosauri” divertente e convince. Se avete ancora voglia di gridare “corri, scappa, c’è il T-Rex” su Nintendo Switch questo è il gioco che fa per voi è perfetto per voi!