Un eccellente terzo capitolo: Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key.
Cosa rende Atelier Ryza 3 un videogioco così valido nel panorama contemporanea? Sicuramente i fattori sono molti ma si possono riunire in tre macrofiloni: innanzi tutto la coerenza stilistica e espressiva, poi una produzione in crescita e ultimo, ma non ultimo, un gameplay che con minimi, ma sapienti, accorgimenti ha saputo rinnovarsi in modo decisamente interessante. Se state insomma pensando che questa trilogia con protagonista Ryza sia il solito jrpg con meccaniche consolidate e già viste vi state sbagliando di grosso. Già perché questo titolo, seppur appunto tragga a piene mani dalla tradizione del genere, riesce sempre con il garbo, l’eleganza e un pizzico di anima sognante in più a rapirci sempre il cuore. Ho provato la versione per Nintendo Switch e debbo dire che si è davanti a una conversione decisamente buona, con punte d’eccellenza, sicuramente tra i migliori porting per la console “ibrida” della grande N.
Ma dicevamo dei tre grandi pregi e caratteristiche di Atelier Ryza 3. Direi che è arrivato il momento di andare ad analizzarne una per unp. Partiamo dalla coerenza stilistica ed espressiva. Se si segue l’evoluzione e la crescita di Ryza nei tre capitoli ci si accorgerà di come abbiamo avuto a che fare con una crescita in tutti i sensi della nostra protagonista. Non soltanto dal punto di vista fisico, da una bambina a una ragazza fino a una giovane donna ma anche nella consapevolezza, nei sentimenti e nelle motivazioni che la spingono ad intraprendere quest’avventura. Seppur i toni del capitolo rimangano sempre ben ancorati nella dimensione sognante e fiabesca di cui sopra tutti diventa più maturo e coerente, mostrando “insospettabili” vertici in fatto di scrittura che mi hanno gradevolmente stupito.
Per questo terzo episodio della saga di Ryza, poi, va considerato anche la produzione in crescita. Infatti dal punto di vista delle risorse messe in campo ci troviamo, senza ombra di dubbio, al capitolo più ambizioso di tutta la serie, che ci regala, nell’estetica cartoonesca e anime fin che si vuole del videogioco, degli scorci mozzafiato e dei momenti da ricordare. Il charachter-design è sempre molto ben fatto, con tuttavia fin troppe concessione a un fanservice che tende ad enfatizzare le protagoniste femminili: nonostante non mi senta, mai, di voler sposare forme di censure, mi pare che alle volte si sia troppo esagerato, soprattutto perché queste soluzioni, per fortuna non molto presenti, non servono di per sé a far avanzare la trama od ad aumentare l’attenzione/emozione del giocatore, visto che la storia è passionale e coinvolgente lo stesso.
Infine il titolo sviluppato da Koei Tecmo presenta un combat-system rifinito e soddisfacente, che permette soluzioni originali e innovative, pur rimanendo ben ancorato nella tradizione del gioco di ruolo di stampo giapponese. Una specie di continuità estremamente levigata che, oltre alle ost decisamente magiche e ad un’estetica sempre gradevole mi fa decisamente propendere per un 8.4 da favola!