Far Cry 6 è un gioco facilissimo da presentare sia al pubblico specializzato, ovvero quello degli hardcore gamers, sia a quello dei giocatori casuali, che magari provano giusto una manciata di titoli all’anno. Già perché la nuova avventura del fortunato franchise di Ubisoft è, esattamente, quello che ci si aspetta dalla serie Far Cry: tanta azione, tanta quantità e tantissime soluzioni diverse in fatto di equipaggiamento, armi e personaggi (oltre che un villain carismatico e di tutto rispetto come “El Presidente” Antón Castillo, interpretato dall’attore Giancarlo Esposito. Indi per cui in questo mio pezzo andrò. appunto, a presentare i punti di forza, e qualche sbavatura, di un videogioco che non sorprende quasi mai ma che diverte quasi sempre.
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— Mattia Eleuterio (@MattiaNesto) October 9, 2021
Iniziamo subito l’analisi con il comparto puramente grafico, quello che in sede di presentazione del titolo aveva destato più di una perplessità. Partendo dal presupposto che abbiamo davanti un titolo squisitamente corss-gen, Far Cry è un bel gioco da vedere, che non cattura (quasi mai) la vista ma certamente che ha avuto un significativo quanto importante upgrade per quanto riguarda il colpo d’occhio. Quello che invece è, a mio avviso, il vero punto debole di questa costruzione grafica è l’estetica che, a più riprese, è poco originale. Coerente e giustificata per l’ambientazione tropicale dell’isola di Yara ma, diciamo così, un tocco più particolare lo avrei gradito. Tocco che, comunque, è ben presente nei personaggi, negli npc, i quali sono (quasi) tutti particolareggiati nei minimi dettagli e con caratteri e personalità ben definiti.
Se il gunplay non è particolarmente rifinito e la sensazione dei colpi non è ridonata con precisione dal DualSense (abbiamo provato il gioco su PS5), Far Cry 6 ha come punto di assoluta forza la varietà e l’estrosità, oltre che vera e propria pazzia, delle armi. Infatti, come anche durante i numerosi trailer è stato bene messo in evidenza, avremo a disposizione non soltanto un arsenale vastissimo ma anche variegato e diversificato per quanto concerne armamenti fai-da-te. Da lanciarazzi improvvisati a complicate armi che sfruttano, addirittura, la musica (non vogliamo anticiparvi nulla ma la colonna sonora è molto importante) combattere in Far Cry 6 è davvero iper-divertente.
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E, un po’ paradossalmente, sta proprio qui il più grande pregio e il difetto più profondo del titolo di casa Ubisoft. Quella che dovrebbe essere una storia toccante e drammatica, di ribellione e lotta per la libertà con protagonista una sorta di “capo-popolo improvvisato” di nome Dani Rojas (che può essere, a scelta della giocatrice o del giocatore, un pg uomo o donna), non è praticamente in nessun frangente avvertita a livello di scrittura. Vi sono momenti molto sanguinolenti e c’è una violenza diffusa in quest’isola tropicale ma, la pazzia e follia sopracitata, che è anche follia e pazzia dei personaggi. non riesce mai ad approfondire il discorso dal punto di vista delle sceneggiatura. Tutto rimane sospeso, così come noi giocatori non abbiamo, quasi mai, la sensazione di essere in un mondo vivo e “realistico” ma in un, fighissimo, sandbox dove possiamo divertirci a occupare insediamenti nemici oppure, perché no, sfidare quel colonnello tanto antipatico e crudele balzando dall’alto e uccidendolo in un sol colpo.
Anche l’aggiunta dei cosiddetti amigos, ovvero degli animali che, nel corso dell’avventura, potranno essere “schierati” come alleati è una soluzione molto buffa e divertente ma poco funzionale a livello di gameplay. Almeno per il mio modo di approccio, avendo giocato a livello normale, ho molto di più preferito attaccare un avamposto in maniera tattica, combinando quindi stealth per penetrare all’interno e poi aprendo il fuoco a profusione nel cuore dell’insediamento nemico, piuttosto che portarmi dietro un alligatore (sì, perché c’è anche un alligatore come alleato) e rischiare di farmi scoprire perché il “croccodillone” passa davanti ai militari insospettendoli un attimo, diciamo così. Quindi, per concludere. Far Cry 6 è divertente e leggero, un panino gustoso e saporito che non pretende mai, di essere una pietanza d’alta cucina. Alle volte, specie dopo una pazza serata o un giorno faticoso di lavoro in ufficio, non c’è niente di meglio di un panozzo, no?