L’ultimo State of Play, il ciclico appuntamento con una o più esclusive di casa Sony, è stato davvero ammaliante. Nell’oltre quarto d’ora di gameplay puro del team Guerrila, Horizon Forbidden West, il seguito di Horizon Zero Dawn (con la sua appendice-dilc The Frozen Wilds), si è svelato essere un titolo dai grandi valori produttivi, con un’estetica semplicemente incredibile e, soprattutto, ambizioni da vendere. Un gameplay-teaser onesto e reale, con oggetti che clippavano come avverrà sulle nostre console), con la iper-coraggiosa Aloy come protagonista. Spoiler: questo articolo contiene techno-olifanti. Ora sappiamo di avere la vostra attenzione.
Sin dai primissimi minuti delle scene di gioco si ha la sensazione di avere davanti non soltanto un “more of the same” rispetto al primo capitolo, ma una vera e propria evoluzione dell’intero concept. In Forbidden West, infatti, rimane assolutamente al vertice del medium il colpo d’occhio, grazie anche a un motore grafico, il decima engine (utilizzo da Kojima e compagni anche per Death Stranding, a proposito, qui un nostro pezzo) super sugli scudi. Il futuro natural-tecnologico di Horizon è contrassegnato da un mondo con colori saturi incredibili, che passano dalle tinte calde della foresta tropicale a quelle più fredde dei momenti subacquei, veramente sorprendenti per la mole poligonale a schermo. Se, ancora una volta, i volti e, soprattutto, l’espressività appare un po’ statica, i giochi di luce, le rifrazioni e la global illumination ci sono parsi davvero stupefacenti. Ma, al netto delle creature bio-meccaniche, ancora una volta descritte con arte e sapienza (come i techno-raptor cavalcabili degni di Dino Riders!), come ci è sembrato il gameplay? Anche qui tantissime luci e pochissime ombre.
Se in Zero Dawn il combattimento con l’arco era divertente e super-dinamico, oltre che bellissimo da vedere, così non si poteva dire per i momenti di puro melee. Per quanto ci è stato mostrato possiamo dire che abbiamo ravvisato un netto miglioramento. Non soltanto gran parte del gameplay è stato dedicato al combattimento contro altri esseri umani (grande “pecca” del precedente titolo) ma anche la possibilità di rimuovere singoli pezzi della loro armatura e di fare attacchi particolarmente potenti (una “super-mossa” che ci ha ricordato lo stile dei picchiaduro) ha fornito maggiori stratificazioni al combat-system. Le mosse coreografiche prima di attaccare ci hanno lasciato un po’ perplessi, ma la resa su schermo è stata certamente molto bella da osservare.
Ma arriviamo, almeno per noi, al piatto forte dell’evento, il combattimento contro l’olifante tecnologico. Durante quelle fasi di lotta abbiamo tremato a più riprese, non avevamo mai visto un’Aloy tanto scattante e agile, capace di arrampicarsi, in un battibaleno, su una colonna grazie a un rampino e poi, con un altro guizzo, planare dolcemente a terra evitando una zannata del mammut-killer grazie a un “paravela oleografico” di zeldiana memoria. Durante il combattimento il techno-olifante distruggeva l’ambientazione tutto intorno, sbriciolando muri, sfondando palazzi e facendo vibrare il terreno con un resa grafica spettacolare ed emozionante. Per tutta risposta la nostra eroina, grazie a nuovi tipi di proiettili, era in grado non soltanto di rimuovere pezzi dell’armatura, ma anche di bloccare il terribile avversario al suolo con una sorta di colla vischiosa per abbattere la “torretta del guidatore” ricreando una scena degna de Il signore degli Anelli – Il ritorno del re.
Con delle ost, specialmente nella parte in cui si cavalcava il raptor, veramente accattivanti, Horizon Forbidden West. almeno da questa anteprima, sembra aver compiuto quel salto in avanti che chiedevamo a Guerrilla. Certo ci sono ancora delle cose da rivedere, ma i punti forti sono semplicemente stratosferici. Adesso contiamo i giorni, non avendo ancora svelato la data, che ci separano dall’uscita del gioco. Se è vero come vero che ci saranno anche dei “serpentoni marini” il desiderio di ricreare la famosa scena di “Laocoonte con i suoi figli” è davvero fortissima!