Geek
di Mattia Nesto 10 Giugno 2022

Devolver Digital e il sogno di una notte di inizio estate 

L’arte di creare mondi (pazzi) di Devolver Digital

Chi non vorrebbe vivere in The Plucky Squire, di Devolver Digital?  Chi non vorrebbe vivere in The Plucky Squire, di Devolver Digital?

Che Devolver Digital Game sappia fare i giochi e gli show per mostrarceli è un dato di fatto, comprovato da anni e anni di spettacoli sempre riuscitissimi. Eppure quello che è stato tramesso subito dopo il Summer Game Festival è stato qualcosa che si è segnalato per un raro concentrato di bellezza, pazzia e ispirazione artistica. Ci sono stati presentati, infatti, almeno tre videogiochi che, almeno sulla carta, non solo sono stati, a conti fatti, tra i (se non i) migliori della serata, ma proprio un vero e proprio inno al mondo del videogame come “luogo di bellezza”: sto parlando di Cult of The Lamb, Skate Story e, soprattutto, The Plucky Squire, che è diventato, non appena è stato presentato, uno degli immediati most-wanted videoludici dell’anno.

Ma andiamo con ordine. Anticipato da una gustosissima demo disponibile su steam, Cult of the Lamb è un action-adventure caratterizzato da un’estetica da urlo in cui saremo chiamati a vestire i dolci ma inquietanti panni di un agnellino demoniaco. Grazie a dei colori incredibili e a una responsività dei tasti che fa gridare al miracolo, l’uscita, per altro anticipata, prevista per l’11 agosto, su pc e su tutte le console disponibili, è una data da segnare con il pennarello rosso sul calendario. Devolver Digital è stato insomma in grado di farmi subito innamorare grazie a un titolo che unisce la già detto ispirazione artistica a un’idea di gameplay robustisissima e hardcore, per un’esperienza di gioco che, ne sono sicuro, non ci lascerà delusi, anzi.

Un demone di vetro e dolore  Un demone di vetro e dolore

Anche se in ordine di apparizione è stato l’ultimo, un altro di quei titoli che hanno fatto della conferenza di Devolver Digital una delle cose migliori di quest’estate è stato, senza ombra di dubbio, Skate Story. Grazie a una direzione artistica semplicemente fuori di testa e sostenuta da una colonna sonora pazzesca, curata dai Blood Cultures, Skate Story pare essere un titolo di skate, giustappunto, con una carica emotiva e emozionale fortissima. Bisognerà capire, pad alla mano, cosa saremo chiamati a fare, dal punto di vista proprio del gameplay, oltre a trick e superamento di ostacolo. Ma per quanto è stato fatto vedere beh c’era proprio da piangere lacrime di felicità.

Cavolo, che bellezza  Cavolo, che bellezza

Ma eccoci a The Plucky Squire, il piatto forte della serata e no, non sto parlando di Cascina Caradonna vestita di rosso. The Plucky Squire è un gioco semplicemente eccezionale. Certo, sono ben conscio che occorrerà provarlo per dare un giudizio un minimo esaustivo, ci mancherebbe altro ma la porzione di trailer con lui protagonista è stato come vivere un sogno a occhi aperti. Con un’estetica e un setting che strizza l’occhio a Toy Story in una manciata di minuti il titolo ha presentato qualcosa come sette o otto generi videoludici con poi il turning-point finale, nel quale il nostro protagonista, da eroe bidimensionale conchiuso entro le pagine del libro per bambini, si “libera” da queste catene di cellulosa e intraprende il viaggio verso il mondo esterno, in un 3d di bellezza devastante. Inutile dirvi che mentre le guardavo, e anche adesso nello scrivere, ho gli occhi a forma di cuore. Grazie Devolver per alimentare i nostri sogni di una notte di inizio estate.

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