L’arte di creare mondi (pazzi) di Devolver Digital
Che Devolver Digital Game sappia fare i giochi e gli show per mostrarceli è un dato di fatto, comprovato da anni e anni di spettacoli sempre riuscitissimi. Eppure quello che è stato tramesso subito dopo il Summer Game Festival è stato qualcosa che si è segnalato per un raro concentrato di bellezza, pazzia e ispirazione artistica. Ci sono stati presentati, infatti, almeno tre videogiochi che, almeno sulla carta, non solo sono stati, a conti fatti, tra i (se non i) migliori della serata, ma proprio un vero e proprio inno al mondo del videogame come “luogo di bellezza”: sto parlando di Cult of The Lamb, Skate Story e, soprattutto, The Plucky Squire, che è diventato, non appena è stato presentato, uno degli immediati most-wanted videoludici dell’anno.
Ma andiamo con ordine. Anticipato da una gustosissima demo disponibile su steam, Cult of the Lamb è un action-adventure caratterizzato da un’estetica da urlo in cui saremo chiamati a vestire i dolci ma inquietanti panni di un agnellino demoniaco. Grazie a dei colori incredibili e a una responsività dei tasti che fa gridare al miracolo, l’uscita, per altro anticipata, prevista per l’11 agosto, su pc e su tutte le console disponibili, è una data da segnare con il pennarello rosso sul calendario. Devolver Digital è stato insomma in grado di farmi subito innamorare grazie a un titolo che unisce la già detto ispirazione artistica a un’idea di gameplay robustisissima e hardcore, per un’esperienza di gioco che, ne sono sicuro, non ci lascerà delusi, anzi.
Anche se in ordine di apparizione è stato l’ultimo, un altro di quei titoli che hanno fatto della conferenza di Devolver Digital una delle cose migliori di quest’estate è stato, senza ombra di dubbio, Skate Story. Grazie a una direzione artistica semplicemente fuori di testa e sostenuta da una colonna sonora pazzesca, curata dai Blood Cultures, Skate Story pare essere un titolo di skate, giustappunto, con una carica emotiva e emozionale fortissima. Bisognerà capire, pad alla mano, cosa saremo chiamati a fare, dal punto di vista proprio del gameplay, oltre a trick e superamento di ostacolo. Ma per quanto è stato fatto vedere beh c’era proprio da piangere lacrime di felicità.
Ma eccoci a The Plucky Squire, il piatto forte della serata e no, non sto parlando di Cascina Caradonna vestita di rosso. The Plucky Squire è un gioco semplicemente eccezionale. Certo, sono ben conscio che occorrerà provarlo per dare un giudizio un minimo esaustivo, ci mancherebbe altro ma la porzione di trailer con lui protagonista è stato come vivere un sogno a occhi aperti. Con un’estetica e un setting che strizza l’occhio a Toy Story in una manciata di minuti il titolo ha presentato qualcosa come sette o otto generi videoludici con poi il turning-point finale, nel quale il nostro protagonista, da eroe bidimensionale conchiuso entro le pagine del libro per bambini, si “libera” da queste catene di cellulosa e intraprende il viaggio verso il mondo esterno, in un 3d di bellezza devastante. Inutile dirvi che mentre le guardavo, e anche adesso nello scrivere, ho gli occhi a forma di cuore. Grazie Devolver per alimentare i nostri sogni di una notte di inizio estate.