Ci sono delle volte in cui una canzone, un film, un videogioco o un libro ti rapiscono e ti prendono sin dalle prime battute. Ecco fate conto che, allo stesso modo, Graveyeard Kids di Davide Minciaroni, ci ha convinto sin scene iniziali.
Il primo albo pubblicato in questi giorni da Edizioni BD ci ha colpito per un tratto personalissimo, una storia che non rinuncia ai cliché dello shonen-manga ibridandoli però con alcuni riferimenti al fumetto underground e indipendente italiano e donandoci una storia piena, ricca di sorprese e di gustosi cliffhanger super interessanti. Specialmente se si considera il fatto che l’autore, Minciaroni appunto, è del 1994 ed è dal 2017 che lavora a questo progetto, nato sotto forma di albi autoprodotti.
La storia è molto semplice e ideale da raccontare ai vostri amici appassionati di fumetti come voi: sostanzialmente è una classica teen-story in cui, un nuovo arrivato in città, deve fare i conti con la banda di bulli locali, che tormentano la scuola media del quartiere. Nell’assoluta (e voluta) semplicità del plot si innestano, via via che la vicenda prende piede, tutta una serie di personaggi che, esattamente come la scuola manga ci insegna da quasi sessant’anni a questa parte, è caratterizzato con specificità, guizzo creativo e amore per il ribaltamento degli stereotipi.
Non vogliamo assolutamente anticiparvi nulla sulla trama e, soprattutto, sui colpi di scena che, letteralmente, la contraddistinguono ogni dieci pagine, tuttavia possiamo dirvi che l’attenzione e la cura posta nel delineare i vari personaggi in campo sono, forse, la qualità che più ci ha impressionato in Davide Minciaroni. A metà strada tra Le ragazze stanno perdendo il controllo di Ratigher e architrave dello shonen-manga moderno come One Piece, Graveyard Kids trova una sua voce personale anche e soprattutto grazie al disegno di Minciaroni (il quale, non a caso, è stato già premiato dal ComiCon di Napoli). Un disegno nervoso, scattante, pieno di guizzi e di “sottotesti” nascosti nelle sue linee: una vera festa per gli occhi per chi, come noi, ha amato e ama il fumetto underground americano dei primi anni Novanta.
Riuscitissima anche la copertina, che ci ha fatto impazzire visto che pare essere il quaderno di bozzetti del nostro compagno di banco al liceo. Certo, non tutto funziona alla perfezione in questo primo volume: alcune parti non sono perfettamente delineate, specie a metà del racconto (che perde molto del suo mordente) ma poi la qualità si impenna subito e la chiusura è in grande stile. Insomma siamo davanti a una serie puramente shonen all’italiana realizzata da un ragazzo che studia a Bologna e che è da una vita che fa fumetti: una grande storia, no?
Graveyard Kids, #1 – Davide Minciaroni
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