Geek
di Mattia Nesto 20 Luglio 2020

Ghost of Tsushima è il gioco dell’estate

L’ultima esclusiva di questa generazione della PlayStation 4 ci è piaciuta tantissimo. E non ce lo aspettavamo.

La notte è cupa e tempestosa come da copione eppure noi non abbiamo paura, anzi sappiamo perfettamente che le tenebre sono nostre alleate. Infatti, oscuri come la paura, sgattaioliamo dietro le linee nemiche: i mongoli non ci vedono ma ci percepiscono arrivare solo quando è troppo tardi, solo quando il nostro pugnale viene affondato nella loro carotide. Ghost of Tsushima è questo è molto altro ma soprattutto è stato per noi una graditissima sorpresa.

Certo, sinceramente, le premesse non erano proprio dei migliori. Infatti, sin dal 2017, con l’ announce-trailer della Paris Games Week, GoT pareva essere il meno interessante delle esclusive di Sony. Vuoi un po’ l’ambientazione, quel Giappone feudale che nel primo capitolo di Nioh poi, soprattutto, nel sublime e meraviglioso Sekiro (di cui vi abbiamo parlato qui) e poi in Nioh 2, è stato lungamente sviscerato, un po’ per certe cinematic non proprio riuscitissime e per la sensazione di “già visto” non si era sviluppato chissà quale hype.

E poi, due mesi fa, lo State of Play dedicato integralmente a Ghost of Tsushima: bene, dopo quel quarto d’ora abbondante con tanto gameplay, la nostra freddezza si era trasformato in vivo calore. E quando lo scorso venerdì Sony Italia ci ha permesso di mettere le mani sul titolo, ecco che le impressioni e speranze si sono avverate: non soltanto è un titolo che ci ha permesso di passare oltre trenta ore di gioco in un mondo immersivo e stilisticamente da urlo (e ancora siamo ben lungi dalla conclusione della campagna principale) ma, soprattutto, ci ha regalato un gameplay divertente e stratificato che, a parte le prime cinque – sei ore di gioco, in cui le scelte erano troppo limitate, ci ha divertito profondamente. Ma andiamo a spiegare.

La trama è semplice e non è certo il punto di forza del gioco: siamo nel 1274 e impersoniamo i panni di Jin Sakai, samurai addestrato dallo zio Shimura, alle prese con la prima invasione mongola del Giappone. Il sostrato storico è abbastanza fedele, anche se naturalmente i Sucker Punch Productions si sono prese le loro belle licenze poetiche: la prima battaglia per i samurai va malissimo e noi ci ritroviamo con l’armatura spezzata, il morale sotto i tacchi e uno zio imprigionato, oltre che un’intera isola, la nostra isola, occupata militarmente dall’invasore.

Dopo un prologo cinematografico e guidato, ecco che vengono immediatamente date le redini in mano al giocatore: GoT è un open-world di stampo classico, dove si può seguire la trama principale, andando di punto di interesse in punto di interesse per sbloccare le main-quest appunto, oppure si può bighellonare in giro, andando ad aiutare contadini, liberando accampamenti sbloccando potenziamenti e, perché no, andando a ricercare alleati per la riscossa giapponese.

Quando abbiamo detto che questo è un open-world vecchio stampo la nostra affermazione va presa sia con i pregi che i difetti del caso: da un lato infatti abbiamo la libertà propria del genere in, per fortuna, una mappa dalle dimensioni contenute ma, dall’altra parte, abbiamo anche quella lentezza e quel modo di narrare in maniera annacquata e per punti cardine, che ormai inizia a stancare da almeno una generazione a questa parte.

Tuttavia il nostro giudizio sul gioco è oltremodo positivo, talmente buono da fargli sfiorare se non proprio toccare un ipotetico otto in pagella, per due principali motivi: il combat-system e l’evoluzione del personaggio. Lungi dal barocco sistema di combattimento di Nioh e Nioh 2, una specie di Diablo con le katane e diverso rispetto al raggiante rhythm-battle game di Sekiro, Ghost of Tsushima offre un combat-system stratificato, in cui ci sono quattro stance, quattro posture insomma, adatte per altrettanti tipi di nemici, poi schivate e parate/parry al punto giusto oltre alla possibilità di utilizzare vari tipi di katana, oltre che archi e vari altri strumenti bellici.

Ecco, il combattimento è estremamente giocoso e non si basa, come invece avviene in Nioh, per esempio, sui “punti abilità” che uno incamera via via: no, qui molto è dato nelle mani del giocatore che, molto lontano dall’essere un “mero esecutore” di quick-time event, cioè di azioni che si susseguono con la semplice pressione di un tasto, è chiamato a essere pronto e rapido di mente e di dita. Si muore con celerità in questo gioco, un po’ come in Sekiro ma conta meno la questione tempo.

Qui si può sbagliare e si può anche evitare l’attacco, invece di pararlo. Tuttavia, pur rimanendo nel novero degli action-game, altro punto forte della casa, è il fatto in GoT è fantastica la sensazione di progresso. Tu inizi in cui Jin fa poco più di un paio di mosse, per altro poco efficaci e poi, dopo già una decina d’ore, puoi inanellare delle combo e delle strategie di combattimento, magari anche sfruttando l’ambiente attorno a te, super divertenti. Il tutto con una regia e un’estetica del mondo di gioco fantasmagorica.

Ah poi, una cosa molto ma molto gustosa, è il fatto che santuari, luoghi di interesse o, ad esempio, terme naturali, che sono importanti da scoprire perché ti aumentano le statistiche come i punti vita, si raggiungono non attraverso la classica e maniacale esplorazione di ogni dannato punto della mappa. Ma, a segnalarti l’esistenza di qualcosa di interessante, ci penseranno stormi di uccelli, pappagalli dorati e volpi deliziose: basterà seguire questi simpatici animali, senza una guida alla mano e la sensazione di “lista della spesa” nell’altra. E poi si possono comporre perfino degli haiku interattivi e suonare varie melodie con il proprio flauto: insomma sangue e poesia qui, signore e signori!

Ecco perché, con quella volpe tanto simpatica, non soltanto vi consigliamo di giocare Ghost of Tsushima appena potete accompagnare l’esplorazione dell’isola con la lettura di La signora trasformata in volpe di David Garnett: un racconto lungo sublime su un animale altrettanto adorabile e a cui, dopo trenta ore di gioco e di scoperta, vogliamo ancora più bene.

 

Ghost of Tsushima

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