Fuori di metafora il trailer di Final Fantasy VII Rebirth è stato qualcosa di potente.
Alla chiusura di uno dei peggiori State of Play di sempre ecco che, proprio come una meteora luminosa nel cosmo buio, è apparso il trailer di Final Fantasy VII Rebirth, la seconda parte del titanico progetto di remaking totale (oltre che, ahinoi, di parziale riscrittura) di Final Fantasy VII a cura di Square Enix. Al di là della freddezza o comunque dell’oggettività che s’impone per un contenuto di tipo critico-analitico, la sensazione che ho avuto nel vedere quel filmato è stata di pura esaltazione. Già perché, nonostante le evidenti modifiche alla trama originale (che rimarrà, comunque, contenuta nell’opera sorgente) il trailer è stato uno dei migliori trailer della storia del medium videoludico. Con anche l’annuncio della data di uscita: 29 febbraio 2024, solo per PS5, chiaramente.
Se non l’avete ancora visto vi consiglio di farlo prima di proseguire la lettura di quest’articolo. Ok, detto questo, proseguiamo. Pare evidente come gli sforzi di Square, dopo i risultati, al momento, non incredibili di Final Fantasy XVI (qui la mia recensione) siano tutti concentrati sul secondo capitolo della cosiddetta compilation di remake. Un’opera che pare mostruosa, con un livello di ispirazione dal punto di vista artistico e di production value ai massimi livelli storici. Sono apparsi boss opzionali, evocazioni dimenticate da tempo e una sensazione globale di forza e potente rara nel mercato videoludico moderno. Naturalmente non posso ancora dirvi di più: il gioco non l’ho ancora provato, ma non vedo già l’ora. Il 29 febbraio del 2024 il tempo di Rebirth, però, sarà giunto. E non vedo l’ora.