Narra la leggenda che al Politecnico di Tokyo abbiano inventato questo dispositivo di cucina virtuale per permettere agli studenti e al personale di esercitarsi nei loro manicaretti senza correre il rischio di avvelenare l’intero dipartimento (o dargli fuoco). In sostanza, si tratta di un’interfaccia 3D che funziona secondo i principi della agumented reality e riproduce in maniera del tutto realistica la cottura di varie pietanze, in modo da permettere al cuoco maldestro di fare pratica e a quello provetto di migliorare ulteriormente.
Il dispositivo (ancora senza nome) è collegato a una serie di cavi che riproducono calore, peso e consistenza del cibo, in modo da darvi davvero l’impressione di girare una bistecca in padella o di mescolare gli ingredienti di un soufflè. Mentre cucinate, a seconda delle vostre azioni lo schermo proietta anche vari suggerimenti; ad esempio, come evitare di trasformare un controfiletto al sangue in una suola di scarpa carbonizzata, se è quello che vi capita regolarmente.