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di Mattia Nesto 7 Novembre 2022

Bayonetta 3: gioite, gioite, la strega è tornata!

Bayonetta 3 riporta la chiesa al centro del villaggio: lo stylish action con protagonista la Strega di Umbra è un diamante assoluto.

Stile e controllo, ecco Bayonetta 3  Stile e controllo, ecco Bayonetta 3

Scomodare il termine capolavoro per Bayonetta 3 non è affatto sbagliato né una “mera” trovata pubblicitaria ma, semplicemente, un dato di fatto. Voglio iniziare così questo pezzo dedicato al nuovo capitolo delle avventure della Strega di Umbra firmato da Platinum Games in esclusiva per Nintendo Switch perché il titolo in questione è uno dei migliori (stylish) action mai realizzati fin qui che offre al giocatore una varietà di approcci, modalità di ingaggio con i nemici, spettacolarità, combattimenti epici e situazioni al limite, anzi ben oltre, dell’assurdo da farti salire in una giostra e non farti scendere più. Per di più, in netta controtendenza con una certa deriva del mercato odierno dei single-player, con una durata che si attesta intorno alle quindici ore, senza contare un paio di ore per il completismo. Ecco se state dicendo “beh tutto sommato poche per un titolo full-price” vi prego di fermarmi: l’esperienza di gioco promessa (e mantenuta) da Bayonetta 3 non si fonda su un allungare i tempi ma, piuttosto, su condensarli portandoli a una densità incredibile. Ogni singolo momento di Bayonetta 3 è memorabile, volto alla spettacolarità e risplendente di uno dei migliori combat-system action mai concepiti.

Bayonetta 3 fa un lavoro egregio in due direzioni: da un lato espande il combat-system del primo capitolo e, dall’altro, pulisce quello del secondo. Mi spiego meglio. Se il primo capitolo era pressoché perfetto ma è comunque un titolo del 2009 con una production value tutto sommato modesta mentre il secondo aggiungeva tante cose sporcando però quell’equilibrio. Intendiamoci: Bayonetta 2 è un gran videogioco eh, nessuno lo vuole negare ma per il mio gusto e modo di vedere ha rappresentato un, se non passo indietro, sicuramente passo di lato per il franchise. Ecco, in questo senso, Bayonetta 3 ne fa due, tre di passi avanti, con qualche capriola nel mezzo. Bayonetta 3 sarà in grado di schivare alla perfezione gli attacchi nemici alla pressione del tasto giusto al momento giusto, avrà un pool di armi sempre vario e con sostanziali differenze e, soprattutto, tramite il potere della “possessione demoniaca”, finalmente potremo controllare direttamente i vari “kaiju degli inferi” alleati della Strega di Umbra.

In Bayonetta 3 ci sono graditi ritorni  In Bayonetta 3 ci sono graditi ritorni

In questi momenti, la nostra protagonista non potrà muoversi, risultando perciò inerme di fronte agli attacchi nemici. Per questo motivo il potere devastante dei kaiju, risolutivo per tante battaglie, dovrà essere attivato quando il campo di lotta sarà sufficientemente sgombro di minion, così che la nostra creatura infernale se la possa vedere direttamente contro il boss di turno. Ma poi è tutto il combat-system a risplendere di bellezza: via via che si diventa sempre più abili con lo stesso, infatti, gli scontri diventeranno veramente “belli da vedere” e anzi a più riprese vi troverete a volere rifare una certa battaglia solo perché non siete riusciti a “chiudere” quella specifica combo oppure, al termine del livello, non avrete ottenuto il grado platino. E, in tal senso, mi ricollego con quanto affermato all’inizio sulla lunghezza del titolo.

Rendere un action come è Bayonetta un gioco da 30/40 ore, la ormai “classica” durata di un titolo AAA single-player, non soltanto sarebbe uno sforzo forse eccessivo per Platinum e Sega ma anche non coincidente con lo spirito dell’opera stessa, un’opera che vive sulla sua spettacolarità, ritmo e amore nel non prendersi troppo sul serio. Seppur la trama non sia affatto male è ovvio e evidente che uno non giochi Bayonetta 3 per la storia: infittirla di sottotrame, imbottirla di quest secondarie o, peggio, rallentare il ritmo da rollecoster sarebbe davvero un peccato mortale per un titolo come questo. Per fortuna non è stato fatto e anzi si è sempre spinto sull’acceleratore. Ecco perché se dovessi dare un voto a Bayonetta 3 non potrebbe che attestarsi sul 9.3! 

Diamo il benvenuto a Viola, new-entry di Bayonetta 3  Diamo il benvenuto a Viola, new-entry di Bayonetta 3

Platinum, evidentemente, è tornata a essere quella “fabbrica dei combat-system divini” di una volta visto che pure con Viola, la new-entry di Bayonetta 3 presenta un sistema di combattimento assolutamente proprietario e differente rispetto alla protagonista ma comunque convincente e divertente. Certo, lo stacco si sente, ed è ovvio che sia così, tanto è vero che le volte che saremo chiamati a impersonarla saranno limitate ma non si sente mai la nostalgia di Bayonetta: e questo non era affatto facile, anzi!

Se non l’avete ancora capito, allora, in conclusione di questo pezzo ve lo ribadisco: Bayonetta 3 non è solo uno dei videogiochi migliori dell’anno ma anche, e soprattutto, uno dei migliori del suo genere. Non rinunciando a un briciolo della sua anima ultra-pop e sexy-kitsch, la Strega di Umbra ci ha di nuovo conquistato con il suo potere ammaliatore e la sua abilità nel combattimento. E, ovviamente, anche grazie ai suoi mostroni “da compagnia”!

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