Che giorno straordinario è l’8 di gennaio. È il compleanno di David Bowie e l’anniversario di nascita di Elvis Presley, ma è anche il giorno in cui si lascia entrare Ascanio, il re della canzone italianizzata.
Non bastasse tutta questa serie di eventi meravigliosi, da oggi sarà anche il compleanno, o meglio, la data di immatricolazione di Roy Batty, il replicante fuggitivo interpretato da un biondissimo Rutger Hauer nel film Blade Runner (Ridley Scott, 1982).
Se non sapete di cosa stiamo parlando fermatevi qui, andatevi a recuperare una copia (che sia la versione originale o il director’s cut poco importa), e poi ne riparliamo. È nostro dovere avvertirvi che la visione vi lascerà cambiati, perché Blade Runner è considerato il Metropolis moderno, uno dei più bei film di fantascienza (neo-noir) di tutti i tempi.
La trama in tre parole: Los Angeles 2019, piove, i replicanti vengono utilizzati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri, ma alcuni evadono e Harrison Ford, che qui non si chiama né Indiana Jones né Han Solo ma Rick Deckard ed è un ex poliziotto, darà loro la caccia. Roy Batty è il capo degli androidi rivoluzionari.
Oltre al soggetto di Philip Dick, all’ambientazione futuristica e oscura, alla giovane Daryl Hannah e alla struttura di film noir in stile anni 50 coi cyborg, di questo film tutti ricordano il soliloquio finale di Roy, diventato ormai un modo di dire di culto.
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.
Di sicuro, uno dei monologhi più famosi della storia del cinema e un raro esempio in cui il doppiaggio funziona. Rutger Hauer, nella sua interpretazione perfetta, è reso ancora più epico dal doppiaggio di Sandro Iovino.
Purtroppo noi umani non ci saremmo mai immaginati che Harrison Ford volesse reinterpretare tutti i suoi più famosi ruoli durante l’anzianità. Ma com’è già successo per Indiana e Star Wars, sembra che il buon Harrison sarà di nuovo Rick Deckard nel sequel di Blade Runner, che entrerà in lavorazione proprio quest’anno e al quale ci opponiamo strenuamente.
Nessuno pensa alla memoria del povero Roy Batty, il cui sacrificio ha reso il film immortale? Fortunatamente ci siamo noi ad augurargli buon compleanno numero zero, proprio oggi.
Per il resto dei festeggiamenti, ci vediamo tra tre anni.