Una poltrona per due è la storia delle storie. La trama la sapete tutti: due miliardari fanno una scommessa che stravolgerà la vita del senzatetto Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) ai danni di quella del ricco e rampante Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd). Uno vivrà la vita dell’altro. Un sogno e nello stesso tempo un incubo, con immancabile happy ending finale.
Dentro c’è un bel po’ di sostanza: l’amore, la lotta di classe, la critica al consumismo, al razzismo e al sessismo (ma non all’omofobia), il sadismo sociologico, due attori top e la grande Jamie Lee Curtis.
Solo che non è un film natalizio. Cioè, ok, c’è Dan Aykroyd vestito da Babbo Natale, ma in realtà è proprio a Natale che si arriva al picco morale più basso del film: il tentativo di omicidio/suicidio. La rivincita invece accade verso Capodanno, e non mi capacito perché non sia diventato il cult del primo gennaio. Senza dimenticare che alla fine Louis Winthorpe III e Billy Ray Valentine non vanno in giro a distribuire soldi come dei rinsaviti Scrooge. Vanno ai Tropici alla faccia nostra, con le tipe in costume, i cocktail e tutto il resto. Capito lo spirito del Natale?
In realtà forse è proprio per questi motivi che è diventato il film di Natale per eccellenza, perché fa sognare le ferie. Oppure ci fa sognare gli anni ’80, in cui era ancora possibile fare soldi a palate, fregandosene di tutto e di tutti. Ci riallinea con il nostro lato oscuro di centrodestra che a Natale viene inesorabilmente fuori. Ci fa riflettere seriamente sul fatto che anni di politically correct di facciata non abbiano scalfito un grammo della nostra anima fieramente cattiva.
E per Natale, quale migliore antidoto al buonismo dilagante che ridere delle disgrazie altrui?
1) Per scongiurare la chiusura di Italia Uno
C’è un meme che gira in questi giorni riguardante la messa in onda di Una poltrona per due su Italia Uno. A uno sguardo più attento, si può notare che nel 2002 non è stata rispettata la tradizionale messa in onda alla vigilia di Natale. Che è successo? Eppure Silvio Berlusconi era ancora al Governo e non ci ricordiamo di colpi di stato in atto. In ogni caso, con tutti gli ascolti portati a casa negli anni, il film è entrato in bilancio come rendita fissa e non ci stupiremmo se fosse la pellicola che ha pagato più stipendi a Italia Uno. Un altro miracolo di Una poltrona per due.
2) Perché il numero di prigione di Dan Aykroyd è lo stesso di John Belushi in Blues Brothers
Non è certo un caso. Il regista è John Landis, un vero maestro di humor nero. Qualche titolo: Blues Brothers, suo. Animal House, suo. Tutto in una notte? Sempre suo. Un grande pure un ambito horror, con Un lupo mannaro americano a Londra, un piccolo gioiello. Quello che ha ispirato il video del secolo Thriller di Michael Jackson. Ah, a proposito, indovinate di chi era la regia di quel video. Esatto, avete un nuovo regista preferito, che sta pure attento ai dettagli, come in questo caso.
3) Perché è una delle 50 commedie migliori di tutti i tempi secondo Premiere
È al 38esimo posto di questa classifica. Al primo c’è Preferisco l’ascensore del 1923. Che facciamo, ci fidiamo lo stesso? Direi di sì, perché si ride tanto e di gusto. Una delle migliori scene è quella in treno con Eddie Murphy vestito da studente fuorisede del Camerun, Dan Aykroyd da rastaman che fuma cannoni e Jamie Lee Curtis da svedese/tirolese. Roba che in un cinepanettone darebbe l’orticaria istantanea e che invece in un bel film ci sta perfettamente.
4) Per riascoltare la risata di Eddie Murphy doppiata da Tonino Accolla
Lo sapete tutti, la famosa risata musicale di Eddie Murphy non è davvero sua. Lui ride normalmente, un po’ a singhiozzo ma niente di davvero inusuale. Quella che noi conosciamo benissimo e che l’ha fatto diventare un idolo in Beverly Hills Cop è stata inventata dal compianto Tonino Accolla, indimenticabile doppiatore anche di Homer Simpson.
5) Perché dentro ci sono tutte le parole politicamente scorrette, oggi vietatissime
Certo, è strano guardare un film di Natale così poco politicamente corretto. Com’era di buona norma negli anni ’80, un ragazzo sensibile diventava finocchio, se litigavi con una donna potevi chiamarla puttana e le persone di colore a quel tempo erano negri. Tutte parole ripetute più volte nel film, e giù risate. Verso la fine, prima di entrare in borsa, i due protagonisti si trovano di fronte alle Torri Gemelle e uno dice all’altro: “In questo edificio o uccidi o ti uccidono”. Praticamente è un paradiso dei cinici e dei troll.
6) Perché Jamie Lee Curtis ancora te la sogni
Mamma mia. Chiedo scusa se questo punto potrà sembrarvi scritto da un maniaco, ma già che siamo a parlare di cinismo e di anni ’80, come non citare le tette antigravitazionali della meravigliosa Jamie Lee Curtis? Praticamente diventano coprotagoniste del film, mostrate sotto il vestito rosso e poi liberate davanti allo specchio per un momento cinematografico epico, che scommetto nelle vecchie VHS era del tutto smagnetizzato a causa dei ripetuti fermo immagine.
7) Perché fortunatamente non hanno usato il titolo originale: “Bianco e Nero”
In inglese s’intitola Trading Places e contiene un gioco di parole che sarebbe stato difficile tradurre efficacemente. Il titolo Una poltrona per due è perfetto, anche perché l’alternativa sarebbe stata devastante. Il titolo di lavorazione infatti era Black and White, bianco e nero. Sarebbe stato davvero più difficile farlo diventare cult dopo che l’America di Reagan e Bush sr. ha ceduto il passo a quella progressista di Clinton.
8) Perché i diabolici vecchietti Randolph e Mortimer Duke finiscono sul lastrico
Randolph e Mortimer sono i più bastardi e perversi villain che la storia del cinema ricordi. Potrebbero benissimo stare nel cast di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini. Quando alla fine vanno totalmente sul lastrico, si esulta come solo farebbe Marx alla morte di Donald Trump. Gli stessi personaggi faranno poi un cameo ne Il principe cerca moglie, come due senzatetto. Il protagonista è Eddie Murphy e indovinate chi è il regista? Landis. È tutto collegato.
9) Perché esistono siti di economia che spiegano il finale in Borsa
Ne masticate di economia? Io insomma e per capire il finale del film, con la scena della Borsa che da diventare Louis e Billy Ray milionari, sono andato su Traderpedia, dove si spiega il succo d’arancia come commodity e calcoli alla mano, si garantisce che i due hanno guadagnato dalla transazione 252 milioni di dollari. Niente male. D’altra parte, come dice Louis: “Pensa alla grande, sii ottimista, non dare mai segni di debolezza, mira dritto alla gola. Compra a poco e vendi a molto. la paura è un problema che non ti riguarda.” Tutta la storia del capitalismo buttata lì, dentro un film commedia.
10) Altrimenti non è Natale
Il Natale non è Natale senza le tradizioni. Devono essere tutte al loro posto: i cartoni animati di Asterix, Il piccolo principe su Rete4, Fantaghirò, SOS Fantasmi, Mamma ho perso l’aereo e Una poltrona per due. Se togli uno di questi tasselli, quel castello di carta nella pioggia chiamato vita cade inesorabilmente a pezzi. Ma anche per quest’anno siamo tranquilli: 24 dicembre, ore 21.10, Italia Uno.