Society
di Simone Stefanini 31 Gennaio 2016

Better Days Festival: Nevio Scala e la rinascita del Parma

Dai successi europei degli anni ’90, alla rinascita dopo il fallimento

scala3  Foto di Alessandro Sozzi

 

A cavallo tra anni ’80 e ’90 c’è stata una squadra che, nonostante la rosa inferiore alle grandi della Serie A, ha vinto e convinto. La Coppa Italia del 90/91 contro la Juve, la Coppa delle Coppe contro l’Anversa  nel 92/93, la Coppa Uefa sempre contro la Juventus nel 94/95. E non sono nemmeno tutte le coppe che ha vinto. Si parla del Parma,  una squadra miracolosa, in picchiata verticale dalle stelle dei 90s alla gestione Gherardi e al fallimento dopo che varie cordate si sono tirate indietro.

Che si fa in questi casi? I tifosi sono disperati, ma la città non ci sta a farsi depredare dagli squali del calcio moderno. Un team di sette imprenditori contatta Nevio Scala, lo storico allenatore del Parma dei miracoli e gli chiede di diventare presidente del Parma Calcio 1913, la nuova squadra che giocherà in Serie D.

Lui si sente pure lusingato, ma da anni ha lasciato il calcio, disgustato dall’inquinamento e dalle persone che hanno reso sporco uno sport pulito. Allora ci pensa un attimo, vuole ascoltare la gente di Parma per capire da che parte stanno i tifosi. La città gli restituisce amore e coraggio, quello che ci vuole per ripartire e cancellare una storia che ha portato Parma a fare il giro del mondo, in negativo. Jonathan Greci, esperto di marketing, per presentare la nuova società confeziona un video commovente coinvolgendo la gente della città che esprime l’amore per la squadra. Uno dei claim: il tifoso non abbandona mai il Parma.

 

scala2  Foto di Alessandro Sozzi

 

Questa è una delle storie più significative del Better Days Festival. Una storia che si basa su tre punti cardine: la società, la squadra e i tifosi. È diventato un modello di successo grazie al quale è rinatala squadra del Parma. Una campagna abbonamenti partita dalla figura di Nevio Scala, senza ancora una squadra, che ha raggiunto in due giorni i 4.000 abbonati online per arrivare ad un totale di 10.476 abbonati finali. Niente male davvero.  Abbiamo chiesto come sia stato possibile questo prodigio direttamente ai suoi artefici: Nevio Scala e Jonathan Greci.

“Il pubblico di Parma ama la bellezza” dice Scala, “è lo stesso che ha fischiato Luciano Pavarotti in teatro. Se ne intende. È stata la gente a convincermi, insieme ai magnifici 7, gli imprenditori seri e determinati che mi hanno chiesto di diventare presidente. Mi attribuisco il diritto di essere stato uno degli artefici del Grande Parma, che non si vedrà mai più. Ma non è quello il punto. Noi vogliamo riportare i valori veri dello sport nel calcio. Ci impegniamo direttamente con i tifosi a non sporcarci mai. Non sarà facile, perché man mano che si sale diventa sempre più difficile. Il calcio di oggi è molto corrotto, lo dico con amarezza.”

 

scala1  Foto di Alessandro Sozzi

 

Lui, che ormai da 12 anni gestiva la propria azienda agricola (tabacco, mais e vino), parla del suo Parma come biologico, senza additivi. Una formula che funziona davvero. I suoi tifosi si organizzano in massa anche per raggiungere le trasferte su campi improbabili. Contro il Brescello (vicino a Reggio Emilia) sono andati tutti in bicicletta, mentre in 3.000 si sono spostati per la partita contro Lentigione, squadra di una frazione di Brescello.

Il nuovo Parma è allenato da Luigi Apolloni (“a cui non chiedo mai la formazione”, dice Scala) è rimasto fedele anche Alessandro Lucarelli, storico capitano che ha accettato di compiere il salto dalla Serie A alla Serie D, rinunciando a un ingaggio 50 volte superiore, un po’ come fece suo fratello Cristiano per rimanere a Livorno. Il tutto dopo un’annata tragica, da film dell’orrore, quella del fallimento. Il nuovo presidente è amato anche per la sua sincerità e semplicità. Quando ha accettato l’incarico, gli azionisti del Parma gli hanno regalato il trattore dei sogni. “La Rolls Royce dei trattori”, lo chiama.

 

scala5  Foto di Alessandro Sozzi

 

La nuova società dispone anche di un azionariato diffuso, quindi ogni tifoso può possedere un pezzo del Parma. Questo sta consentendo di ricostruire non solo la prima squadra ma anche il settore giovanile, del tutto distrutto dal fallimento: Abbiamo dovuto anche ricomprarci le coppe, che appartenevano alla società fallita. Quando le abbiamo mostrate di nuovo ai tifosi – racconta Greci – portate in trionfo dai bambini del settore giovanile è stata una domenica magnifica.”

Capito come si fa? Una mentalità giovane da startup e un legame coi valori veri del calcio che è subito piaciuto agli sponsor. Non a caso il Parma è l’unica squadra di Serie D approdata su Sky.

Un’ultima domanda, che tutti si chiedono: ma il giro defatigante, che Scala ha sempre imposto ai propri giocatori al termine degli incontri, serve davvero? “Certo”, risponde sicuro Scala. Non resta niente da dire, se non augurare al presidente e alla sua squadra un ritorno nel calcio che conta.

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