Society
di Marco Villa 3 Novembre 2016

Come manipolare i gruppi locali di Facebook per provare a vincere le elezioni

Come bufale e razzismo possono essere trasformati in voti in poche semplici mosse

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Qualche giorno fa mi hanno bannato da un gruppo Facebook. È la prima volta che mi succede: in vent’anni circa di presenza online ho bazzicato forum, board, newsgroup e social network di ogni tipo, buttandomi in polemiche che oscillavano tra l’inutilità e la salvezza del mondo, ma non ero mai stato bannato. È successo su un gruppo locale dedicato a Sesto San Giovanni, la città alle porte di Milano in cui abito. Direte: vabbè, fatti tuoi. Avete assolutamente ragione, ma il motivo per cui mi hanno bannato è piuttosto interessante e riguarda il modo in cui i gruppi locali possono essere facilmente manipolati e trasformati in bacini di voti per le elezioni amministrative.

I gruppi locali sono quella miriade di pagine più o meno chiuse che normalmente rispondono al nome di “Sei di X se…”, dove X è ovviamente il nome della città o paese in questione. Nate qualche anno fa con l’intento di raccontare faccende locali e condividere foto d’epoca, sono diventate presto il luogo principale dove raccogliere e propagare quelle orrende immagini con grafica da clip-art in cui si augura il buongiorno e la buonanotte, si dà il benvenuto a ogni giorno della settimana con post pieni di errori ortografici e si offrono a tutti enormi caffè. Pardon, kaffè. Ma non ci sono solo le immagini, perché in questi gruppi si trova di solito anche il più sfrenato populismo, che viaggia sempre in compagnia di razzismo e xenofobia. I gruppi locali sono infatti uno sfogatoio degli istinti peggiori, luoghi dove riversare rabbia nei confronti di qualsiasi diversità. Se gli zingari sono un bersaglio che non passa mai di moda, ovviamente negli ultimi mesi stanno riscuotendo grande successo gli stranieri in generale: nei gruppi locali trovano sempre grande successo messaggi e post pieni di bufale e disinformazione, tipo quelle dei migranti negli alberghi di lusso. E chi prova a opporsi, è semplicemente un buonista che vota PD.

Se prendete questi atteggiamenti e li reindirizzate da un ambito nazionale a uno locale, troverete decine e decine di commenti e status indignati per la situazione di qualsiasi comune italiano. Da “Roma fa schifo” in giù, si sono moltiplicati negli ultimi anni gruppi e pagine che raccolgono indicazioni di degrado e cattiva gestione pubblica: non è certo una novità, chiunque frequenti un po’ Facebook conosce questa realtà. La novità è che adesso siamo arrivati al momento della riscossione, ovvero al momento in cui qualcuno capisce che questo bacino di indignazione e rabbia può essere trasformato in un bacino di voti.

 

sesto-sg-segnalazioni Fonte: Gruppo Facebook SESTO S.G. - Segnalazioni

 

Torno alla mia piccola storia, al gruppo Sesto San Giovanni – Segnalazioni, che, nel momento in cui scrivo, si sta avvicinando agli 8.000 iscritti. In una città che nel 2012 ha visto votare circa 34.000 persone, 8.000 voti rappresentano poco meno del 25% del totale. Tantissimo. Il gruppo, fondato da Marco Lanzoni, consigliere comunale dell’opposizione per la lista civica Sesto Nel Cuore, è nato come raccolta di segnalazioni di cose che non andavano nella città. Grazie all’attivismo del fondatore e al suo tono a metà tra un’inchiesta di Striscia la Notizia e una delle Iene, il gruppo è cresciuto numericamente. Con le elezioni amministrative del 2017 in arrivo, ha mutato in modo progressivo la sua natura: da pagina di raccolta di segnalazioni su temi come rifiuti abbandonati o strade da riparare a strumento di campagna elettorale al servizio della lista Sesto Nel Cuore.

Legittimo, per carità, se non fosse che si tratta di una campagna elettorale molto aggressiva, che non si fa scrupoli a usare bufale e notizie volutamente imprecise per scaricare qualsiasi colpa sulla giunta e soprattutto sulla sindaca Monica Chittò. Ovviamente non stiamo parlando di personaggi stile Alastair Campbell o Frank Underwood, fondatori e amministratori sono persone che non si sono mai occupati in vita propria di politica o comunicazione. Un fatto che è piuttosto evidente se si segue la pagina, visti i suoi risvolti spesso grotteschi. Peccato tutto questo non conti nulla: ciò che conta è fare la sparata, basta quella per raccogliere commenti e condivisioni. Nessuno controlla, esattamente come accade ogni giorno con la viralizzazione di articoli falsi in giro per internet.

sestosg-bomba Fonte: Gruppo Facebook SESTO S.G. - Segnalazioni

C’è bisogno di spingere sul tasto della sicurezza? Ecco la notizia di una banda di latinos che aggredisce giovani in pieno centro, pubblicata da un giornale locale e subito rilanciata, senza alcun controllo. Non importa che la notizia sia stata poi smentita e che la gang fosse in realtà composta da un italiano con problemi di dipendenze: centinaia di persone iscritte alla pagina nel frattempo hanno introiettato il fatto e ovviamente la reale versione dei fatti non è mai stata diffusa nel gruppo. Stesso discorso sul versante economico: un articolo di un giornale locale mette in fila gli incassi di vari comuni dell’hinterland legati alle multe, precisando che Sesto (insieme a Bresso) non indica con apposita voce di bilancio la somma. Subito la notizia si trasforma in domande retoriche stile: “Dove finiranno i soldi delle multe? Nelle tasche del sindaco e dei compagni?”. Ah sì, perché essendo Sesto governata da sempre dalla sinistra, non mancano toni da primo Berlusconi vs. invasione comunista. Fino al parossismo della foto qui sopra: durante degli scavi viene trovato un ordigno bellico inesploso e la sindaca viene accusata di aver messo in pericolo alcuni concittadini per aver organizzato una visita in quegli stessi spazi, qualche giorno prima che la bomba venisse scoperta. Avete letto bene: qualche giorno prima. Queste “denunce” sono seguite da un invito al cambiamento, che ovviamente viene incarnato dalla già citata lista Sesto nel Cuore.

Di nuovo: non è purtroppo una novità, si tratta di fenomeni a cui si assiste quotidianamente, ma lo strumento del gruppo di Facebook ne amplifica la portata. Tutto quello che viene postato nei gruppi locali, viene percepito in modo differente, molto più vicino e lo stesso social network contribuisce a farlo sentire in questo modo, privilegiando queste notifiche a quelle generiche del feed. Inoltre il funzionamento stesso del gruppo permette un controllo più efficace: le voci contrarie o sgradite vengono bannate e viene loro impedito non solo di commentare o interagire, ma anche di leggere quello che viene pubblicato. È quello che è successo anche a me, dopo aver provato a sbugiardare alcune delle bufale più assurde. Il gruppo locale diventa così lo strumento perfetto per creare un ecosistema che funzioni esattamente come si vuole, con tanto di reazioni pavloviane sotto forma di commenti e condivisioni. Uno strumento in grado di trasformare la rabbia in voti: le conversioni di Facebook non sono mai state così importanti.

[UPDATE 26/06/2017]

È andata a finire che per la prima volta nella sua storia, Sesto San Giovanni avrà una giunta di centro-destra. La lista Sesto nel Cuore ha raccolto quasi 8mila voti, ovvero all’incirca il numero degli iscritti alla pagina Facebook Sesto San Giovanni – Segnalazioni. È rimasta fuori dal ballottaggio, ma si è schierata al fianco del candidato di Forza Italia e Lega Roberto di Stefano e farà quindi parte della nuova giunta. Marco Lanzoni, fondatore del gruppo e suo agitatore, è risultato il più votato al primo turno, staccando nettamente gli altri candidati in quanto a preferenze.

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