Vaps è di Varese ma vive a Milano. Ha studiato grafica ma ama disegnare animali, barboni e teschi. Di giorno è art director in un’agenzia e di notte si trasforma in illustratore. I suoi lavori spaziano dall’editoria, alla street art, alla comunicazione per brand italiani e internazionali. Ha la barba, sta illustrando una graphic novel e ha un debole per le volpi.
La sua arte è un insieme di manga, fumetto europeo, cartoon americano e surrealismo pop. Lo vedremo all’opera al MI AMI Festival 2018, nell’area Mi Fai.
L’abbiamo intervistato per conoscerlo meglio.
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Partiamo da una breve presentazione: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni?
Mi chiamo Vanni, ma tutti mi chiamano Vaps, genitori compresi, ho 31 anni e vengo da Varese.
Dove sei adesso?
Ora vivo e lavoro a Milano. Ho 3 coinquilini belli e bravi.
La prima cosa che hai disegnato e l’ultima?
Sono nato praticamente con la matita in mano, e per i primi 2 anni ho guardato con bocca aperta i cartoni Disney e Warner Bros. Poi ho deciso di imparare a disegnare gli animali, specialmente lupi con zanne enormi.
Hai dei rituali prima di metterti al lavoro e dopo aver finito?
Tendenzialmente, faccio fatica a lavorare senza musica, quindi se ho davanti una tela o un foglio o la tavoletta grafica, faccio prima partire una playlist o un album. Quando finisco, invece, mi premio con una sigaretta.
Qual è la tua tecnica preferita e perché?
Sono un amante del digitale, essendo anche grafico, e mi piace disegnare e colorare con la penna grafica. Ma sono cresciuto con le tecniche tradizionali, quindi adoro usare i pennarelli Pantone e i brushpen. Anche gli spray mi divertono un sacco!
Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
Accontentarsi. Un artista, qualunque cosa faccia, può e deve sempre migliorarsi, sperimentare, sbagliare e essere curioso. Io, ad esempio, difficilmente sono soddisfatto al 100% di una mia opera, ma questo mi serve per perfezionarla ed evolvermi.
Che rapporto hai con le tue opere? Le vendi senza problemi o fai fatica a staccarti?
Dipende da qual è il fine o il significato dell’opera. Se l’ho fatta per i fatti miei, a tempo perso, potenzialmente ne sono più affezionato e devo decidere se tenerla o no. Nei confronti di tele o illustrazioni di ipotetiche mostre, sono più freddo e riesco a staccarmene.
Per saperne di più visitate le sue pagine Facebook, Instagram e Behance.