L’estate è la stagione dei corpi nudi, che sfoggiano tutta la loro forma e i loro più segreti tatuaggi. Beh, mica tutti. Alcuni la forma l’hanno lasciata sulle tavole da pranzo di tutta la città, altri invece mostrano al pubblico le opere di body art più brutte che siano mai state concepite.
Il guaio è che, al mare, sarà difficile nasconderli e allora scatta la vergogna, scatta la maglietta tattica anche sotto i 40° per celarli ai curiosi. So che sapete di cosa stiamo parlando perché non è infrequente che, a distanza di anni, uno si sia anche rotto le scatole di ritrovarsi le sciocchezze tatuate addosso.
Ecco dunque una lista di orrori su pelle che vorremmo non aver mai fatto: sono tatuaggi brutti anni novanta e non solo. Saimo certi che vi ritroverete in questa galleria degli orrori.
Capito? Se sei tra quelli che è pieno di tribali però ha una pancia che fa provincia, magari non ti senti più il guerriero dothraki di una volta, quindi potresti provare quel misto di vergogna e rassegnazione per il passato glorioso, viste poi come sono andate le cose. Maglietta e via. Il re dei tatuaggi brutti: in versione femminile è di frequente un tribale disegnato nella parte bassa della schiena, pronto da scoprire con magliette taglia XXXXXXXXS.
Pensi davvero che sulla tua spalla, la scritta cino-giappo rechi la scritta Pace Universale, come ti ha promesso il tatuatore perché ha scaricato il disegno in un sito sicuro? E allora perché tutti gli orientali che incontri ridono di te? E se fosse che invece per tutta la vita hai portato in giro la scritta Spaghetti in brodo di pollo?
Se durante la partita di calcetto scapoli-ammogliati in spiaggia in riviera, ogni volta che non te la passano fai scendere giù tutti i santi in colonna, come fai a portare con disinvoltura la croce dell’apertura alare di un albatros che ti prende tutta la schiena?
L’ha fatto Eros, l’ha fatto Cannavaro e poi è diventata moda. Già che le lettere di stampo regime tedesco negli anni ’30, poco hanno a che fare coi tuoi figli, che ormai grandicelli si vergognano di te. Ma poi, su, hai davvero bisogno di scriverti i nomi addosso? Non te li ricordi solo con la memoria?
Non pensiate però che chi scrive sia più furbo di voi. La foto sopra infatti ne ritrae la sciocchezza, di quando è stato teenager e le stelline andavano un casino, per poi ritrovarsele a quarant’anni e sentirsi come uno rimasto sotto ai Blink 182, che peraltro ha ascoltato solo sommariamente.
Padre Pio no. Perché al netto della dubbia santità del personaggio, il più delle volte il tatuaggio viene male e Pio diventa un vecchio Jedi simile a Padre Maronno. Siete sicuri che a Padre Pio sarebbero piaciuti i tipi tatuati?
La mia scritta preferita: Never Don’t Give Up, che significa letteralmente Arrenditi Sempre. Un bel tatuaggio motivazionale, non c’è che dire. Regola numero uno: se il tatuatore non sa l’inglese, non fategli scrivere cose in inglese.
Difficilmente una ragnatela sul gomito è un tattoo di classe, e difficilmente passa inosservata. Fa sempre un po’ giovinezza sregolata e magari non tutti, passata un’età, vogliono subito mostrare la loro gioventù passata in balia dei più indicibili sballi.
Mai farsi fare un tatuaggio ritratto, 9 su 10 vengono da fare schifo e specialmente quelli a cui tenete di più. Vi ritroverete infatti i vostri adorati figli, congiunti o parenti stretti che somigliano a mostri deformi e verrete tacciati a più riprese di essere fan dell’horror e invece siete solo persone sentimentali che hanno fatto una scelta sbagliata.
Il piede tende a usurare il tatuaggio più di altre parti del corpo e spesso accade che il vostro fiore meraviglioso diventi una cicatrice ricordo del colera o di un incidente che non avete mai avuto. Pensateci, la prossima volta che avete la malsana idea di farvene uno.
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