storia diablo giocoleria eckersberg
Art
di Gabriele Ferraresi 1 Agosto 2016

Il diablo esisteva anche centinaia di anni fa, abbiamo le prove!

Uno splendido quadro del 1813, due coppie di dame e gentiluomini, un parchetto dove non si sa come far passare il pomeriggio

storia diablo giocoleria eckersberg  C.W. Eckersberg, Vista dal Castello di Meudon vicino Parigi, circa 1813, olio su tela, 55,5×71 cm, SMK Copenhagen

 

Poco noto in Italia, il pittore Christoffer Wilhelm Eckersberg (2 gennaio 1783 – 22 luglio 1853), è però considerato il padre della pittura in Danimarca. Esponente di alto livello del neoclassicismo anche a livello continentale, viaggiò moltissimo: e nel suo cammino in Europa oltre che a Roma, si fermò anche a Parigi, dove passò circa 3 anni dal 1810 in poi. Eckersberg all’epoca era già un artista dall’ottimo potenziale, e fu preso a bottega da Jacques Louis David.

Ma di questo ci importa relativamente. Quello che ci importa è che nel quadro di Eckersberg Vista dal Castello di Meudon vicino Parigi realizzato probabilmente nel 1813, troviamo una delle prime – non fu certo l’unica – rappresentazione pittorica di un gioco che ancora oggi conosciamo molto bene. Il diablo, ovvero lo strumento principe della giocoleria, quello che quel vostro compagno del liceo portava sempre al parco e voi non avete mai imparato a usare.

 

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Nella tela di Eckersberg riconosciamo due coppie: c’è un soggetto più isolato che lancia in aria il diablo con successo, mentre altri due rimangono a tener compagnia a una dama che si riposa, forse provata dagli svaghi del pomeriggio. Il lanciatore non è il solo soggetto a maneggiare il diablo però: se osserviamo bene anche una delle dame sembra provare a maneggiarlo. Madame e Messieurs ritratti da Eckersberg sono vestiti alla moda dell’epoca, piuttosto eleganti.

Provano a giocare con il diablo al parchetto mentre un quinto soggetto, forse una contadina, li osserva al centro del quadro, spostata leggermente a sinistra, forse intenta a cercare un supermercatino bangla dove comprare un paio di San Miguel gelate. Oh, ma non divaghiamo.

Com’è possibile che due dame e due gentiluomini francesi del 1813 giochino con un diablo? È possibilissimo: perché il diablo ha una storia antichissima, essendo in fondo l’evoluzione dello yo-yo cinese del XII secolo. Di certo in cinque secoli di tempo c’era stato tempo e modo perché dal Celeste Impero qualche antenato del diablo arrivasse in Europa, e soprattutto perché la borghesia dell’epoca ci si appassionasse.

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