Qui a Dailybest amiamo i Lego e abbiamo visto un sacco di bizzarrie legate ai mattoncini e ai personaggi della casa di giocattoli danese, stavolta però vi proponiamo una serie che unisce l’aspetto ludico alla storia dell’arte. Si chiama People il progetto di Stefano Bolcato, un artista italiano che ha deciso di sostituire i grandi protagonisti dei ritratti più famosi della pittura con i loro alter ego in versione Lego.
Dante, Frida Kahlo e tutti gli altri con la loro testa gialla, senza naso e altri orpelli inutili. Ci siamo molto divertiti a guardarli e abbiamo deciso di intervistare l’autore per saperne di più.
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Come ti è venuto in mente di dipingere i Lego come fossero i capolavori della storia dell’arte?
La storia è un po’ articolata, cerco di essere sintetico. Convergono in questa idea la mia particolare passione per il Patrimonio Artistico Culturale maturata di recente, l’amore di lunga data per la pittura, un progetto di azione dal basso legato ai fatti del Museo di Castelvecchio e l’incontro determinante con Giuseppe Ariano di Fonderie Culturali, che insieme alla collaborazione di ZOE Art&Culture ha reso possibile la realizzazione della mostra PEOPLE, al Museo Archeologico Provinciale di Salerno. E’ un incontro di passioni per l’arte, il patrimonio, i musei con l’obiettivo di risvegliare interesse per questo settore cosi bello e straordinario, da noi un po’ trascurato e che ha bisogno di essere seguito e animato. Il gioco può essere un ottimo “veicolo” per coinvolgere il pubblico e portarlo al museo.
Che tecnica hai utilizzato per questa serie?
Tutte le opere sono dipinti olio su tela. Provengo da una formazione accademica, ho studiato disegno, modellazione plastica e pittura a Roma, ho seguito i corsi di Alfonso Avanessian e Giovanni Arcangeli, professore e pittore di spessore, molto preparato, lui è stato una guida per me.
Una tecnica piuttosto antica, visto il soggetto dei tuoi dipinti
Questa tecnica tradizionale viene da molto lontano, la sua diffusione risale al ‘400. Anche se il modo di produrre il colore è cambiato, il legame con la grande pittura del passato rimane. Inoltre da bambino vedevo mio padre dipingere, lui lo faceva come passatempo, l‘odore della trementina mi piaceva molto. Una tecnica forse in contrasto con i tempi di oggi del mordi e fuggi, un lavoro che se desideri determinati risultati ha dei tempi morti, impone delle pause. In mostra anche un video legato al progetto sopra citato, lo abbiamo inserito tra dipinti e collezione del museo. Crediamo che anche questo video possa avviare il visitatore ad un percorso di consapevolezza verso valori fondamentali, che hanno funzione anche sociale, con una ricaduta utile e reale. Valori che se coltivati costituiscono un grande investimento per il futuro, il problema è che ragioniamo sempre meno sul lungo termine, distratti da un susseguirsi continuo di emergenze.
Avresti mai pensato che la tua serie facesse il giro del mondo sul web?
No non lo immaginavo, mi fa molto piacere, spero che altre spazi istituzionali mostrino interesse per iniziative di questo genere. Sono fiducioso, già diversi musei in Italia si muovono in questa direzione, è un segnale positivo. Bisogna incentivare la creatività di operatori culturali e coinvolgere artisti, farli dialogare con le straordinarie collezioni dei nostri musei, dobbiamo creare un coro. La rete è uno strumento strategico, può aiutare molto chi lavora con grande passione per il Patrimonio, ma ha poche risorse.