C’è un mio amico di sangue siciliano che però è nato al nord come me. Praticamente quando succede che passeggiamo o dobbiamo raggiungere a piedi una qualche destinazione, il mio passo tende inevitabilmente ad accelerare, soprattutto da quando vivo a Milano. Lui allora, che a queste cose ci fa caso, si prende la premura di fermarmi affermando cose tipo “sei proprio del nord” o “calma, cammina terrone!” (fra di noi possiamo dircelo).
Io gli sono grato perché davvero non ha senso fare le strade a piedi se diventa un atto che ti da l’impressione di essere perennemente in ritardo. E poi lo sanno tutti che il modello meridionale doveva vincere per una civiltà più felice. E invece hanno vinto la Germania e il progresso, mannaggia. Tutto questo preambolo per parlare di scarpe e di filosofia di vita.
Guardando qui sotto, capirete il perché.
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Paulina Lenoir è una designer londinese che deve avere qualche amico meridionale, perché altrimenti non si spiegherebbe la sua autocoscienza in fatto di camminate veloci. La giovane si è resa conto che la città è sempre più ossessionata dalla produttività e dall’efficienza, fino ad impostarsi architettonicamente in quella direzione, ma l’individuo? Che fine hanno fatto i ritmi di ciascuno, le diverse percezioni del tempo, le passeggiate libere dai ritardi? Ha deciso così di portare come progetto per la sua laurea alla Central Saint Martin le Excessively Long Shoes, eleganti calzature lunghe 6o centimetri, che rendono difficilissimo camminare, imponendo un ritmo lento a chi le indossa.
“Ogni persona ha un ritmo individuale che spesso viene nascosto, contenuto e limitato da certi sistemi e strutture esterne. La familiarità con le routine, gli spazi e gli oggetti urbani rende difficile avere consapevolezza di come conformiamo i nostri diversi ritmi”, dice Paulina per spiegare il progetto. Come liberarsi dalla città? O delle scarpe scomode o un amico terrone.
Qui il sito per saperne di più su Paulina e il suo lavoro.
FONTE | Lost at E Minor