“Death or glory becomes just another story/ Death or glory becomes just another story“. Questo era il ritornello della canzone Death or Glory dei Clash. Guarda caso, lo stesso titolo ce l’ha il nuovo albo portato in Italia da Bao Publishing firmato da Rick Remender. Death or Glory è un’avventura molto tesa, molto figa e molto anticonformista che vede protagonista Glory, una giovane e bravissima meccanica che, dall’oggi al domani, non soltanto si ritrova con un matrimonio fallito ma anche con un padre in fin di vita, anzi destinato proprio a morte certa se non troverà, in fretta e furia, un fegato nuovo per il più urgente dei trapianti. E di tempo non ne ha molto perché può disporre soltanto di 72 ore.
Ci troviamo quindi di fronte ad una trama abbastanza scarna ma ciò non è un difetto ma un vero e proprio pregio. Già perché Rick Remender in sede di scrittura non si perde mai dietro ad uno svolazzo della penna di troppo e pensa neppure per sogno ad indugiare su qualche sottotrama per allentare il ritmo generale. Ritmo che viene ancora di più accelerato grazie ai disegni del francese Bengal, abilissimo nel tratteggiare sia i vari personaggi, con una menzione d’onore per Glory, vera e propria sintesi di “dolcezza e cazzimma al contempo”, e dell’ambiente circostante. Come abbiamo detto prima ci troviamo nel bel mezzo del nulla americano, ovvero in uno di quei Stati uguali agli altri con contee uguali alle altre in cui la vita scorre placida e sonnacchiosa. Ma questo è solo un’apparenza perché nella città come nella vita di Glory nulla è sereno e tranquillo, ma tutto è veloce, tagliente e ricolmo di olio di motore. Il mondo di Glory è un mondo dove, forse, si è comunque destinati a sporcarsi le mani.
Glory, che ricordiamo essere cresciuta, praticamente l’intera infanzia, a bordo del camion “di famiglia”, è una ragazza molto dolce e, per certi aspetti, romantica ma che la vita ha reso dura e tagliente come una lama. Eppure, quando per necessità di trovare un fegato per il padre gravemente malato, si trova costretta a dover “fare del male” è come se fosse sempre bloccata sul più bello. L’animo intimamente puro della ragazza è sottolineato sia dai dubbi che affollano la sua testa scritti da Remender sia dal tratto di Bengal, che la rende, giustappunto, un personaggio morbido e spigoloso al contempo.
Morbido e spigoloso al contempo proprio come questo primo volume della serie che si (non) conclude con un finale a metà, mozzafiato, sempre e comunque con il piede che pigia sull’acceleratore perché nel mondo di Death or Glory andare piano non significa soltanto arrivare per ultimo ma anche non arrivarci in fondo a quella gara chiamata vita.
In più, come se non bastasse a rendere questo albo di Bao un album necessariamente da avere, c’è anche tutto quel sottobosco di simil-chopper, camionisti dell’ultima ora e guidatori di enormi auto-articolati che affollano le pagine del graphic-novel, dando a Glory una famiglia assolutamente sui generis. Con buona pace di chi vede la famiglia come “solo e soltanto quella naturale” anche leggendo i fumetti si capisce come gli affetti e i legami si creino indipendentemente dall’indirizzo di questo o quel Ministro della Repubblica. Siamo troppo veloci per poter stare dietro a chi, anche e soprattutto concettualmente, è fermo ancora al secolo scorso no?
(Tutte le immagini sono state fornite per gentile concessone dell’editore)
Death or Glory – Rick remender / Bengal
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