In Giappone esiste un museo delle rocce a forma di faccia

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Siamo nuovamente schiavi delle notizie che arrivano dal Giappone, perché non passa giorno che quel popolo così avanti ci stupisca con le sue trovate geniali.

Siamo a Chichibu, che si trova a un paio d’ore di macchina a nord ovest di Tokyo. Lì c’è uno strano museo, con tutta probabilità unico nel suo genere, chiamato Chinsekikan (la traduzione più plausibile è Sala delle rocce curiose). Oh, non ci crederete mai, ma in questo museo bizzarro si possono ammirare più di 1700 rocce che somigliano a facce umane.

“In che senso?” vi domanderete. Semplice semplice: sono dei sassi di media grandezza che per casualità del destino, dopo secoli di rotolamenti per terra e per mare, dopo essersi strofinati su tutte le superfici possibili, dopo essersi levigati fino a diventare della forma che conosciamo, hanno anche riportato delle “ferite di guerra” che gli hanno donato una certa personalità e che sembrano proprio occhi, naso e bocca.

In Giappone, le rocce a forma di faccia si chiamano Jinmenseki e all’interno del museo si possono trovare anche alcuni sassi che somigliano a celebrità, tipo il protagonista dei videogiochi retrò Donkey Kong, il wrestler Antonio Inoki col mento prominente, Gorbaciov, il pesciolino Nemo e un Elvis Presley talmente usurato che oggi somiglia più al neo-eletto presidente degli USA Donald Trump.

 

Elvis Trump

 

Attualmente, a capo del museo c’è Yoshiko Hayama, la moglie del proprietario originario, scomparso nel 2010, la cui collezione di rocce umane ha dato inizio al tutto. Shozo Hayama infatti ha passato 50 anni facendo incetta di rocce che gli ricordassero delle facce umane, o che fossero simili a un soggetto famoso (tipo la maschera dell’Uomo Tigre, per intendersi).

 

L’Uomo Tigre che lotta contro il male

 

Una tappa obbligata per quelli che, come noi, amano le stranezze della Terra del Sol Levante, un paese in cui la pazzia sembra del tutto accettata, un paese in cui i Governatori girano col pancione finto per promuovere la parità tra i sessi, in cui le pubblicità in tv sono più surreali di un quadro di Dalì, in cui per fare un festival si da fuoco a una montagna e per promuovere il turismo si assumono ninja a tempo pieno. Insomma, un paese bellissimo.

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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