Art
di Simone Stefanini 11 Luglio 2016

Questi ritratti sono stati realizzati con una macchina fotografica vecchia di 160 anni

I soggetti dei ritratti tengono in mano le loro foto stampate su vetro, per un effetto straordinario

giles-clement-anteprima mymodernmet.com - © Giles Clement

 

Oggi siamo talmente abituati ai filtri preinstallati su Instagram o sulle altre app di fotografia digitale da non ricordarci quasi più che gli stessi filtri in realtà non sono altro che un modo per ricreare l’effetto di una stampa vintage, che sia degli anni ’70, degli anni ’30 o addirittura degli albori della fotografia, sperando di inseguire il risultato di uno scatto realizzato con una macchina fotografica vecchia.

Giles Clement è una fotografa di Nashville, USA, che ama scattare con l’attrezzatura fotografica originale di un’altra epoca, per creare ritratti meravigliosi senza utilizzare il fotoritocco.

Le foto che vedete qui sotto sono state scattate grazie a una macchina fotografica di più di 160 anni fa, utilizzando le tecniche chiamate ferrotipia e ambrotipia, molto popolari negli anni tra il 1850 e il 1860. Queste tecniche sono veramente elaborate e ogni immagine richiede più di 10 minuti prima di essere catturata.

La ferrotipia stampa le immagini su lastre di metallo, ferro o alluminio, mentre l’ambrotipia stampa su lastra di vetro, proprio come nelle foto che vedrete in questa galleria.

Qui sotto potete vedere come Giles scatta una foto, con le macchine che siamo soliti vedere nei film in costume. Il risultato è straordinario, austero e oscuro, nonostante i soggetti fotografati necessitino un sacco di luce.

© Giles Clement mymodernmet.com

 

Nel suo blog su Instagram, Giles spiega che vive ogni foto come una sfida e che, nonostante stia scattando con questa tecnica da ormai 16 anni, ogni volta che riesce a creare un’immagine perfetta, ha una vera e propria iniezione di adrenalina.

© Giles Clement mymodernmet.com

 

Quelle che vedete qui sono foto stampate su lastre di vetro, tenute in mano dai soggetti delle stesse foto. Una giustapposizione surreale in cui le persone si fondono con la propria immagine, per indagare sulla propria identità.

© Giles Clement mymodernmet.com

 

FONTE | My Modern Met

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