Ripercorriamo brevissimamente l’occupazione di Macao:
1. Un gruppo di “precari” dell’arte occupa la Torre Galfa. Nasce Macao, un nuovo centro per le Arti e la Cultura.
2. Dopo circa una decina di giorni le forze dell’ordine fanno sgomberare la Torre Galfa perchè, nonostante sia rimasta vuota per 15 anni, appartiene all’imprenditore Salvatore Ligresti.
3. Nella stessa settimana Macao rifiuta la proposta di Pisapia di entrare nello spazio ex Ansaldo e occupa Palazzo Citterio, in Brera.
4. Il 22 maggio la polizia sgombera Palazzo Citterio.
5. Macao fa partire il silenzio stampa.
Massimo Airoldi e il CSED hanno pubblicato un articolo molto interessante e dettagliato sull’eco che ha avuto Macao sul web, in particolar modo su Facebook e Twitter, dalla sua nascita allo sgombero di Palazzo Citterio.
Da questo studio emergono 3 cose importanti:
1. Macao, prima ancora che a Milano, vive sul web – e di questo vi è una diffusa consapevolezza:“secondo me l’unico modo che macao ha di sopravvivere è di continuare con la risonanza mediatica”, scrive un utente.
2. I discorsi estetici, etici e cosmopoliti individuati nei primi movimenti di Macao hanno lasciato il posto ad un aspro dibattito di stampo politico, e la generale positività degli esordi si è stemperata in un quadro meno omogeneo.
3. Le critiche a Macao da parte del pubblico di Facebook ora si fanno diffuse e, dato centrale, provenienti per la maggior parte da chi in Macao ci crede (o ci credeva).
Per seguire le analisi del Centro Studi di Etnografia Digitale questo è il sito.