Divertenti ed estremamente curiose sono le foto di Sandro Giordano in cui le persone si schiantano al suolo o addosso alle cose nei modi più strani ma non del tutto inverosimili.
Inusuale nella sua rappresentazione, l’idea che sta dietro alle foto di Giordano scava nel profondo.
Da come si può leggere nel sito ufficiale dell’artista:
Le mie fotografie sono “racconti” su un mondo che sta crollando. Ogni colpo racconta personaggi sfiniti che, in un improvviso oscuramento della mente e del corpo, si schiantano senza tentare di salvarsi. Non sono in grado di farlo, a causa della fatica della rappresentazione quotidiana della vita, oppressi dall’apparenza anziché semplicemente esistere.
Non c’è descrizione migliore per spiegare ciò che fa.
Attraverso queste parole, infatti, Sandro Giordano ci mostra come riesce a trattare un argomento così sentito nella società contemporanea con estrema leggerezza attraverso foto bizzarre e uniche nel loro genere ma senza, per questo, togliergli importanza.
Da quelle che ti tornano in mente appena fai un paio di gradini, mettendoti l’ansia di una rovinosa caduta che sta aspettando solo te (“Immediate boarding gate 22”), a quelle più assurde e spietate ma estremamente rappresentative del peso situazionale che può vivere la donna di “Meal in three minutes”, ogni fotografia ha la necessità di essere osservata attentamente.
Studiando ogni foto e considerandole poi nell’insieme, alcuni particolari potrebbero essere notati anche dall’occhio meno abituato come, ad esempio, il fatto che nessun protagonista viene mai mostrato in volto, oscuramento appositamente pensato dall’artista per concentrare tutta l’attenzione sul corpo dell’attore.
È infatti il corpo, per Giordano, a dover essere al centro della scena perché simbolo dell’impatto più distruttivo per l’uomo, quel “toccare il fondo” che può poi solo farti risalire eliminando qualsiasi tipo di forzatura e finzione a cui ognuno di noi si sottopone nel mondo contemporaneo per diventare l’individuo perfetto.
Altro importante dettaglio, meglio visibile all’osservatore più attento, è che ogni persona tiene in mano un oggetto, l’unico salvato nel caos e nel disfacimento della scena realizzata insieme ai vestiti e alle acconciature. Queste cose, rimaste integre, rappresentano per l’artista proprio il mondo di finzione contro cui il soggetto si schianta e da cui tenta di evadere una volta schiantatosi.
Come approcciarsi a queste foto dopo aver scoperto il significato più intrinseco datogli dall’artista?
Ovviamente, come per ogni opera d’arte che si rispetti, le sensazioni che ogni foto passa sono estremamente soggettive e non criticabili ma tranquilli, niente sensi di colpa se guardando le fotografie avete sentito esplodere dentro di voi un senso di stupore e divertimento. Ridere in modo quasi liberatorio di queste persone schiantate al suolo, è proprio l’effetto ricercato da Giordano che mira a raccontare la tragedia attraverso l’ironia, facendo così riflettere in un secondo momento chi guarda.
Come scrive il fotografo:
Quella risata, infine, è una RIVELAZIONE.
Per saperne di più, non perdetevi il dietro le quinte presente sul sito di Sandro Giordano.
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