Abbiamo fatto due chiacchiere con l’autore di queste opere straordinarie, per capire da dove nasce l’idea di realizzare sculture in marmo tatuate, capirne il significato e conoscere quali sono le tecniche utilizzate dall’artista. Lui è Fabio Viale, scultore italiano di base a Torino, formatosi all’Accademia di Belle Arti dove, all’età di circa 16 anni, inizia il suo percorso legato alla scultura, il suo amore per il marmo e la ricerca continua di sperimentazione:
“Ho sempre cercato nuove soluzioni. Spesso sono stato capace di creare un approccio innovativo alla materia dal punto di vista tecnico e contemporaneamente pensavo di voler rendere il marmo un materiale riconosciuto dalla contemporaneità. Penso che il lavoro della barca di marmo (Ahgalla) sia molto simile al lavoro delle sculture antiche tatuate perché entrambi infrangono un preconcetto. Questo aspetto credo che sia una caratteristica del mio lavoro che induce nell’opera una dualità, che è quella che crea energia e interesse nei confronti della mia arte”.
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Si tratta di riproduzioni in marmo di sculture classiche iconiche, come il Gruppo del Laocoonte, la Venere di Milo o la Venere italica di Canova, su cui l’artista non si limita a dipingere con inchiostro nero o colorato, ma sceglie di imprimerlo, iniettarlo nella pelle marmorea delle composizioni, per ottenere un risultato più verosimile possibile, con una tecnica che l’artista ci spiega così:
“Quando decisi di tatuare il marmo, mi resi conto che era molto importante non verniciarlo, bensì riuscire a far penetrare il colore nella porosità che è propria di questa materia. Solo così si può raggiungere nella maniera più verosimile possibile l’effetto del tatuaggio sulla pelle umana. Sperimentare colori e superfici: questo è stato l’inizio che mi ha poi condotto a un mix sapiente di texture e chimica del colore”.
L’idea di questi marmi tatuati nasce dall’incontro con un tatuatore russo: “L’incontro con lui mi aprì al mondo dei tatuaggi. Feci, poi, viaggi e mostre in Russia dove ebbi modo di approfondire alcuni aspetti. Oggi, attingo alle conoscenze di una ragazza ucraina che si occupa della progettazione del tatuaggio sulla scultura”, racconta Fabio e, per spiegarci un po’ il significato delle sue opere, continua: “Non mi è mai interessato il tatuaggio decorativo. Ho sempre cercato nei miei soggetti la rappresentazione di un estremo. Perciò il tatuaggio criminale: esso affronta il tema della vita e della morte, mentre spesso utilizza una simbologia di origini molto antiche. Questo è il motivo per cui ho iniziato ad utilizzarlo sulle statue in marmo in modo da poter fondere due mondi apparentemente lontani eppure in realtà congiunti”.
Attraverso il suo intervento artistico, Fabio Viale fonde nel marmo un gusto estremamente classico a un gusto estremamente contemporaneo, con un risultato estetico eccellente e personalissimo, mai visto prima, perpetuando nel tempo la vita e la storia di queste sculture che, ora, non fanno più parte solo del passato.
Per informazioni e per seguire il lavoro di Fabio Viale, visitate il suo sito e il suo profilo Instagram.