Abbiamo conosciuto il designer milanese Andrea Minini l’anno scorso, per le sue illustrazioni minimali che ritraevano gli animali fatti con l’effetto moiré, quello delle linee che si sovrappongono creando delle interferenze.
Il suo stile è piaciuto talmente tanto ai nostri lettori che abbiamo invitato Andrea a disegnare il logo dell’unicorno per il nostro Better Days Festival che si è svolto a fine gennaio a Milano. Lo abbiamo incontrato di nuovo in occasione del suo nuovo lavoro sull’architettura minimale.
Di certo il suo stile si adatta perfettamente alle silhouette dei grattacieli e degli skyline delle città. Un’esplorazione dell’opera dell’uomo, così diversa da quella della natura, tipica della sua serie precedente. Per capire gli obiettivi di questa nuova rappresentazione, lo abbiamo intervistato.
Con questa nuova serie hai cambiato le carte in tavola, illustrando col tuo stile l’architettura. Cosa ti ha ispirato?
Per prima cosa la voglia di provare a confrontarmi con qualcosa che non fossero gli animali. E ho pensato che l’architettura fosse molto adatta. Poi, a livello formale, la fotografia dell’architettura mi ha ispirato molto. Ci sono tantissimi fotografi che hanno un approccio minimalista alla cosa: inquadrature super-scarne, grandi fughe prospettiche ecc… Cercando su Google minimalist architecture photography si trovano moltissime foto talmente essenziali che potrebbero essere illustrazioni.
È stato più o meno semplice, rispetto alle figure degli animali?
L’approccio è sempre quello: utilizzare il numero minimo di elementi cercando al contempo di ottenere qualcosa di visivamente complesso (anche se non dettagliato) e, si spera, anche bello. Poi il “più o meno semplice” non è definibile nella serie, ma nella singola illustrazione. Esempio: lo stadio è quello che mi ha portato via più tempo.
Oltre lo stadio, quali altri edifici ti hanno preso un sacco di tempo?
Il Guggenheim mi ha portato via parecchio tempo in effetti. Ma il tempo impiegato non è necessariamente sinonimo di qualità: ovviamente le illustrazioni che ho scelto di pubblicare sono quelle secondo me riuscite meglio, ma il tunnel – ad esempio – che è stato abbastanza veloce da fare, credo sia molto più interessante dello stadio.
Stavolta mi sembra tu abbia usato tecniche diverse, ce ne vuoi parlare?
In realtà è sempre tutto fatto in Illustrator. Diciamo che ho usato molte più rette che curve. E tratteggi. Per dare il senso prospettico, ad esempio, ho lavorato molto sugli spessori delle linee.In questo caso ho dovuto fare i conti con una tridimensionalità molto evidente che finora con gli animali avevo potuto trascurare.
Hai altri progetti in mente?
Devo assolutamente fare qualcosa a tema Star Wars!