La realtà così com’è, fotografata col telefonino: bukkake connection

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Un misterioso personaggio gira per la città (di Roma, principalmente), scattando foto ai passanti. Anziani ed extracomunitari perlopiù, ma non solo. La sua sembra una missione: fotografare le stranezze della quotidianità, senza eccedere in giudizi o spiegazioni.

Il suo nome è bukkake connection, ed è già tutto un programma. Fotografa con lo smartphone e pubblica i suoi scatti su Instagram e Facebook. Sembra il ritratto perfetto del fotografo 3.0, che con mezzi non professionali riesce a ritrarre la realtà esattamente per quella che è.

Nonostante il fitto mistero sulla sua identità, i nostri potenti mezzi sono riusciti a scovarlo e a farlo parlare. In più, ci ha donato 15 foto che potete vedere qui sotto, perfettamente esemplificative del suo lavoro.

Quando hai iniziato a fotografare le persone in giro?
Non ricordo esattamente, qualche anno fa mi pare, quando ho comprato il primo smartphone.

Cosa ti spinge a fotografare una persona che passa?
Questo mio alias nasce dalla passione per la street photography e per le cose dal gusto vagamente weird. Ho cominciato ad imbattermi in situazioni simili a quelle che vedevo immortalate negli scatti di grandi fotografi “di genere” come Vivian Maier o Luigi Ghirri, giusto per fare due nomi, e mi è venuto voglia di fermarle a mia volta.

I soggetti che fotografi sono quasi sempre anziani. Perché questa fascinazione nei loro confronti?
In realtà è una cosa abbastanza casuale, li trovo molto più peculiari di altre categorie anagrafiche, hanno più personalità estetica, sono impermeabili alle mode, meno omologati, più interessanti insomma.

 

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Fai tutto con lo smartphone e pubblichi su Instagram. Si direbbe che la tecnologia abbia aiutato enormemente la street photography, ma che l’abbia resa anche più incline a “rubare” fotografie. Te come ti poni di fronte alla questione della privacy?
Per il tipo di scatti che faccio io lo smartphone permette discrezione e velocità di azione, quindi è perfetto. Per la questione privacy, le rare volte che mi è stato chiesto di togliere foto, l’ho fatto senza problemi, ma di base cerco di non immortalare soggetti sensibili e di non eccedere col cinismo.

Quanta empatia c’è coi soggetti ritratti?
Molta, al posto delle persone che fotografo potrei esserci tranquillamente io.

 

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Hai in mente di stampare le foto ed esporle da qualche parte o sono lavori nati per il digitale e per la fruizione del web 3.0?
Non so, questa cosa la faccio unicamente perché mi da piacere, senza particolari aspettative. Se poi qualcuno vorrà organizzare una mostra o comprare le foto, potrei valutare entrambe le opzioni, ma per ora è già fin troppo divertente così.

Dimenticavo: perché bukkake connection?
Boh, nasce dall’incontro tra il titolo di un filmaccio anni ottanta con Michele Placido e una pratica sessuale tipica dei porno estremi giapponesi. Non so perché, ma mi faceva ridere.

 

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Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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