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di Marcello Farno 12 Maggio 2016

Il fotografo Jason Shulman riassume interi film in una sola immagine

Con i suoi fotogrammi nebulosi svela il codice genetico nascosto in ogni film

Jason Shulman foto film  Jason Shulman - Fantasia

 

Jason Shulman è un fotografo con base a Londra, che ha deciso di rendere omaggio in una maniera molto particolare al mondo del cinema. Nel suo ultimo progetto, Photographs of Film, Shulman ha posizionato la sua camera davanti a uno schermo HD, proiettando per intero alcuni dei suoi film preferiti. La macchina ha scattato tutti i fotogrammi di ogni singolo lungometraggio, che Shulman ha poi raccolto e trasformato in una singola immagine.

Il risultato è misterioso e affascinante, le immagini sono svuotate della loro funzione narrativa, i contorni sfumano e quello che rimane sono dei fotogrammi nebulosi che nella loro essenza rappresentano il codice genetico del film. “Si potrebbe prendere tutti questi fotogrammi e rimescolarli come un mazzo di carte” – dice Shulman – “ma non è importante la maniera in cui vengono riordinati, si finirebbe comunque sempre con l’ottenere la stessa immagine“.

 

 

L’idea, rivela il fotografo, ha preso forma durante le Olimpiadi Invernali di Sochi del 2014. In quell’occasione Shulman ha deciso di provare a fotografare l’evento senza però muoversi da casa, realizzando delle foto a lunga esposizione che catturavano i movimenti degli atleti visti in tv. A quel punto ha deciso di provare il meccanismo su un raggio d’azione più ampio.

All’inizio pensavo venisse fuori una poltiglia indiscriminata, un po’ come quando mescoli insieme tante diverse palline di plastilina. Sono rimasto veramente sorpreso quando ho visto il risultato finale“. Una fotografia della Gestalt, come la chiama lui, sulla cui realizzazione però preferisce rivelare non troppi dettagli.

 

Jason Shulman foto film   Jason Shulman - Le Voyage dans la Lune

 

Attraverso le immagini si possono imparare diverse cose anche sullo stile dei registi. Ne Le Voyage Dans la Lune di Meliés, del 1902, i movimenti di macchina sono veramente rari, e la foto risulta una delle più nitide della serie. Nei film di Hitchcock emergono invece dalla nebbia alcuni contorni di figure umane, mentre in Kubrick quello che risalta è la simmetria o qualche tipo di composizione formale. “Non so se si possano realmente trarre delle conclusioni da questo” – sottolinea Shulman – “ma si capisce come Hitchcock fosse molto attento ai suoi personaggi, mentre Kubrick invece avesse molto a cuore la struttura dei suoi film“.

Le fotografie saranno in mostra alla The Cob Gallery di Londra a partire da oggi e fino al prossimo 4 giugno.

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